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mercoledì 1 settembre 2021

M 5

L'ultima notte qui, in vacanza.

La penultima volta che mi siedo a questo tavolino in "cortile" dove mi pare di aver vissuto una vita, anche se sono state una manciata di ore diluite in una settimana.
Ma posso dire che questo tavolino, proprio di fronte alla mia stanza, appena più appartato degli altri cinque o sei, forse sette, che ci sono intorno, e sempre carezzato da un filo di aria fresca, è stato la mia oasi, e sì, posso dire che qui, anche solo leggendo, o scrivendo poche pagine, ho vissuto.

È triste sapere di doverlo lasciare presto, è triste sapere che da qui a breve dovrò ricominciare a dare un nome ai giorni (quando sei in vacanza, cosa significano più le parole "lunedì" o "martedì" perché sia necessario usarle?), ma quest'oasi ha il sapore di tante cose che non possono andare perse. Non devono.

Porto via con me, oltre a poche cose da mangiare, tre pumi, due in regalo e uno per me. Anche se è un simbolo inflazionato con le sue miriadi di varianti dal nord al sud della regione, trovo che quello di (ri)nascere come una gemma che il pumo stesso rappresenta, sia uno degli auguri più belli che si possano fare a chiunque, specialmente a qualcuno che ne ha bisogno. Ma per me sono anche il simbolo di questi giorni trascorsi, e oltre a questo, porto molto altro.

Il primo ricordo bello di questo viaggio sono stati due bambini che con i genitori camminavano a pochi passi da me, tutti diretti a Castel del Monte, su un breve tratto di strada da percorrere a piedi. Questi bambini salutavano ogni cosa vedessero - "Ciao strada!" "Ciao collina!" "Ciao macchina!" "Ciao puliziotto!" - forse in una competizione gioco che potrei aver fatto anche io alla loro età, e avevano una purezza e un entusiasmo che oggi sembrano difficili da trovare anche tra i più piccoli.

Una volta, una cara persona mi fece notare che la parola "entusiasmo" ha un'etimologia greca per cui "en theos ousia" significa "portare in sé l'essenza divina". E quando ho sentito quei teneri marmocchietti giocare così, credo proprio di aver desiderato il loro stesso entusiasmo.

Quindi, ciao tavolino, ciao sedie di plastica e ciao sedia di ulivo, ciao a tutti gli ulivi e le strade coi muretti a secco così apparentemente infinite e identiche ma che sto imparando a riconoscere, ciao casa vacanze e i tuoi tesori, che ogni dettaglio di buon gusto pare un piccolo atto d'amore, ciao M., o A., come magari una volta o l'altra ti chiamerò scimmiottando un accento barese, ciao F., V., G. e l'incantevole B. , ciao borghi e labirinti magici, ciao a tutto quant'altro non entra qui, e non ultima, ciao infatuazione, che molto più era angoscia di non capire, e benvenuta verità, che anche da un "no" puoi aprire infinite strade più belle di prima.
Come la prima cosa che ho ricevuto qui è stata una bottiglia d'acqua fresca, siete stati acqua viva in una terra creduta arida.

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