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venerdì 30 ottobre 2009

[senza titolo]

vedere per caso uno/uno e mezzo/due gruppi affiatati, formatisi anche per caso, gente che conosco a malapena riuniti in progetti para-artistici o semplici fattarelli.
Qualche persona che, pur partendo da radici diverse, guarda e viaggia in una stessa direzione.
Qualcun altra che, anche casualmente, si ritrova (non suo malgrado) in un circuito.
un leggero miscuglio di invidia e malinconia.
sentire un vago bisogno di senso di appartenenza.
di sentirsi meno isolato [è un participio passato] viggiando nella direzione che si fissa.
di un circuito di mutuo supporto e stima, anche non esternati.

è tempo di farsi crisalide.
è tempo di sbocciare.
è tempo di esplodere.

giovedì 29 ottobre 2009

bigottismo

Penso che tutti coloro che si definiscono cristiani conoscano a memoria i dieci comandamenti di Mosè, e su quelli molti basano la loro condotta morale. Di questi, buona parte si accontenta di non uccidere e non rubare, o perlomeno non uccidere né rubare nel senso più ovvio del termine, e il resto è più o meno opzionale a seconda dei casi, ma i più coraggiosi comunque ripassano la lista dei dieci facendone una traccia per la confessione [e raramente anche gli spinosi ATTI IMPURI.
Che poi, proprio ora me lo sono andato a cercare, e il testo originale parla solo di adulterio, ma l'aggiunta di "atti impuri" riferito alla sfera fisica-sessuale arricchisce il tutto di numerose sfaccettature complesse. E comunque, il concetto di purezza per gli antichi ebrei era tutt'altro, qualcosa di simile alle superstizioni dei bestiari/erbari medievali per cui non bisognava avere a che fare con determinati animali, piante, materiali, oggetti, un po' come nell'Islam il divieto di mangiare carni suine o bere alcol - non per niente si è formato da una tribù ebraica].

Ma chi ricorda, chi considera ciò che è venuto dopo? E' stato detto "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io ho amato voi".
Praticamente, da dieci a uno, e tutt'altra cosa.

mercoledì 28 ottobre 2009

Noo, non ci credo

un venditore telefonico che, parlando, riesce a buttarti là la scusa con cui condire meglio il tuo "Non mi interessa" per il dribbling finale.

[lo stesso giorno]

[senza titolo]

tra poco più di due settimane suonano gli Skunk Anansie in Italia.
Conoscendomi, so che per me sarà una di quelle esperienze talmente pregnanti (forse non è proprio la parola giusta) che il giorno seguente, per contrasto, mi sembrerà di avere un vuoto pazzesco dentro e/o intorno.
Devo farmi trovare preparato o staro lì con l'ansia da prestazione.

Specifichiamo.
Gli Skunk Anansie li ho scoperti tardi, e li ho conosciuti per bene ancora dopo, molto dopo.
Credo di aver superato da tempo il fanatismo, e non credo di essere mai stato particolarmente fissato nei loro confronti, un po' proprio perché me ne sono interessato ad un'età relativamente matura (e soprattutto dopo una delusione da fanatismo), poi perché, nonostante diversi pezzi mi prendano, e anche molto, non hanno fatto tutto, non solo loro.

Ma lei, lei mi manda fuori di testa. A prescindere dalla musica, dalla voce, che pure mi piacciono, ha un fascino straordinario in sé: potrebbe quasi essere mia madre per età, ma ne farei una sposa, un'amante, una migliore-amica. Mi accontenterei anche solo di un bel rapporto di conoscenza, come ho con la sua alter-ego bianca della mia cittadina (credo che solo io reputo quest'altra ragazza l'alter-ego bianca di Skin, ma dalla prima volta che l'ho vista, giuro, fisiognomica e preconcetti a parte, ne ho avuto la stesso immaginario, che i fatti hanno confermato).
Ma già un bel rapporto di conoscenza è chiedere troppo.
Anche avendo l'occasione di conoscerla, chessò, nell'aftershow, ci sarebbe sempre un bel lavoro da fare per togliere l'etichetta (non necessariamente maligna, ma facilissima da appioppare a causa delle circostanze e delle probabilità di avere altri e/o ulteriori contatti) di fan.

martedì 27 ottobre 2009

[senza titolo]

E visto che poco più in basso si diceva della mia vita sociale che sembra stia venendo distaccata un tantino dai miei interessi e attitudini, vedo ora (con precisione) il Bel programma di Halloween del mio locale preferito (e dal quale ultimamente sto mancando un po' troppo - forse ancora non voglio ammettere che ne ho dipendenza, ma va anche detto che le alternative non sono sempre validissime), locale dove già qualche giorno fa si vociferava di non andare.

E tra l'altro, in line-up c'è anche il gruppo il cui frontman, prima ancora di sapere che ha un gruppo, era una faccia nota, una di quelle persone che conosco solo di vista ma la cui faccia mi rimane impressa più di altri; e quando pochi giorni fa ho scoperto che il suddetto frontman è un tipo di cui avevo rimosso ogni ricordo ma che conoscevo (forse solo di nome, ma già quello non lascia spazio ad omonimi) ai tempi dell'asilo o delle elementari, sono rimasto ore a pensare "Ma tu pensa...". E lo penso tuttora.

[lo stesso giorno]

[senza titolo]

tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo tempo.
Più ne spreco e più ne spreco.

domenica 25 ottobre 2009

[senza titolo]

Baustelle karaoke in un locale vagamente fighetteggiante?
Non mi metto a fare discorsi di etichette e categorizzazioni a compartimenti stagni del tipo "Come si permettono?", che pure in altri ambiti mi riescono piuttosto bene (e non me ne vanto).
Semplicemente, in un periodo in cui mi accorgo che sale una vaga impressione che la mia vita sociale stia venendo distaccata un tantino dai miei interessi e attitudini, apprezzo il caso isolato e mi faccio gli affari miei.

Se avrò un po' di tempo (no), causa i recenti fatti che hano coinvolto Piero Marrazzo, e possibili analogie ipotizzabili e interpretazioni, vorrei soffermarmi a pensare un po', e magari scrivere qualcosa sul quanto sia sfocata la linea che separa la vita privata e l'attività pubblica di un personaggio celebre, se sia giusto o meno che questa definizione ci sia, se allo stesso modo sia possibile separare l'informazione da un certo malsano gossip, che in certe occasioni si finge anche moralista.

mercoledì 21 ottobre 2009

news

uno. sentendo litigare i miei, qualche giorno fa, è venuto fuori che mia madre deve avere uno scheletro nell'armadio bello grosso, e mio padre ne è stato complice nell'omertà.
Ho un vago senso di terrore quando ripenso a quegli spezzoni di discussione, e quando tento di trarne qualche interpretazione.

due. E' possibile che si possa tenere testa ad amico? solo con le minacce?
[minacce di incazzarmi di brutto se non si fosse rimangiato una verità distorta su cui stava costruendo pericolosi sillogismi di gelosia e paranoie e non solo]
Ciò confermerebbe la mia teoria che fondamentalmente egli tenda ad interfacciarsi con le altre persone attraverso rapporti di potere (esercitato o subìto - subìto, credo solo da una persona - perlomeno in maniera continuativa), e di qui abbia una certa difficoltà a mettersi sullo stesso piano, sentirsi al pari dei suoi interlocutori.
Ciò mi stupirebbe, dal momento che non sono affatto abituato ad indossare i panni del master, specie con lui.
Ciò non sarebbe proprio il mio ideale, non mi piace dovermi conquistare (perdipiù di volta in volta) uno straccio di rispetto con una persona classificabile tra gli amici di vecchia data, e non mi piace il metodo, che potrebbe anche diventare un trucchetto facile e sleale, una scorciatoia sporca per gente senza scrupoli.
Ma si tratta pur sempre di tener testa ad amico?.

sabato 17 ottobre 2009

[senza titolo]

Ecco, questa fredda lucidità (anche a tratti agghiacciante e crudele nella sua impassibilità) la adoro.



La cosa non è da associare a miei fatti o eventi di questo periodo, anzi per il resto va abbastanza bene.

E tra l'altro, volevo postarla già da qualche giorno.

lunedì 12 ottobre 2009

[senza titolo]

parlare al telefono con una persona.
tra una parola e l'altra, arrivare a discutere di mali pressoché inestirpabili con toni moderati.
venire tacciato di essere un provocatore attaccabrighe, e discutere con toni più pesantucci, ma alla fine neanche troppo.

[Tra i vari discorsi, era saltato fuori pure il mio "Che succederebbe se domani ti dicessi che c'è una che mi piace, una con cui voglio provarci?", cui ha fatto seguito una sua reazione di scandalo e ira - fanculo ai miei scarsi riflessi, avrei dovuto ricordargli di quante volte l'ho sentito dire cose anche del calibro di "Morirei senza te"*, o anche "Ti rendi conto, quella ragazza che ti tampinava (v. marzo - luglio 2007) mi confidava tutto quello che voleva fare con te? Proprio a me, ti rendi conto?"]

Riappacificarsi, e riprendere a chiacchierare come nulla fosse per almeno un'altra mezz'ora.

Due giorni dopo, ci vediamo per un dieci/quindici minuti insieme ad amici comuni (che già erano con lui), e gli unici segni da cui si evince che si è accorto della mia presenza sono frecciatine o monologhi (mal mascherati da soliloqui) depressi, chiaramente riferiti ai discorsi di qualche sera prima, che intanto ha rimescolato e rielaborato.
Glisso dicendogli amichevolmente "Le buschi", un po' perché non è un comportamento del tutto inconsueto, un po' per non dover approfondire la questione di fronte agli altri.

Un paio di giorni in cui per motivi vari non ci siamo visti, gli mando qualche messaggio più o meno cazzaro, di qualcuno ricevo perfino risposta, e infine, finalmente lascia definitivamente capire che, rimuginando rimuginando, ha deliberatamente deciso di tenermi il muso.
Ribadisco, per delle discussioni fin troppo sobrie per i nostri standard e che comunque erano finite in risate.
Ora come ora sono in bilico tra la buona fede e la crudeltà e sto ancora aspettando per sputtanarlo io: o è un fuoco di paglia, o il rospo glielo faccio sputare a forza.

(la seconda la seconda la seconda la seconda la seconda la seconda la seconda la seconda la seconda la seconda)

Una cosa che da una parte è alquanto ridicola, e dall'altra mi fa innervosire terribilmente, è che da qualche tempo, quando è immusonito, evita persino i contatti mediati, del tipo che tra un mio messaggio e una sua risposta passano almeno quattro/cinque ore, e altrettante anche se io gli rispondo subito. Proprio lui che in altri tempi (o anche sempre) vorrebbe che ci sentissimo più spesso, e lo fa presente con una morbosità che sembra proporzionare il suo senso di amicizia a certi gesti formali.

Il pensiero va automaticamente a un nostro amico comune, sotto questo aspetto molto più presente del sottoscritto nei confronti di amico?, e a cui amico?, pur non accorgendosene, concede una sorta di immunità non di poco conto, nonostante poi a parole (e magari nelle proprie convinzioni) lo svaluti di gran lunga se paragonato a me.

O ad una ragazza, che secondo me potrebbe davvero essere l'"amica del cuore" di amico?, se non che la di lei immunità (e sì, anche lei ce l'ha), in questo caso, è dovuta al timore/paura che lui ha di lei e del suo carattere più forte. E a parte questo, io non posso neanche permettermi di far notare ad amico? l'affinità che hanno, perché (ira e scandalo) secondo lui, tra me e lui dovrebbe essere lo stesso, se non meglio.

(Con tono amaro) Quant'è immaturo.
Non tanto per quanto ho detto finora, quanto perché il più del suo offendersi, stavolta, so essere un consiglio che gli sto dando, non proprio piacevole, purtroppo anche facilmente etichettabile e stereotipabile, che in prima istanza è per un suo bene oggettivo che non sa cogliere e/o non vuole cogliere.




*apro un'altra parentesi: è molto sensazionalista di stampo catodico-fictioniano, e non ho [più] speranze di salvarlo.
Sulla stessa linea, non immagini quanti suoi "Ti amo" ho sentito. Davvero. Peccato che la mia concezione di amore è qualcosa più vicino ad un donarsi reciproco invece che un aspettarsi-che-il-partner-si-adatti-ai-miei-standard-e-alle-mie-esigenze.
Mi verrebbe anche da fare paragoni tra i suoi ripetuti "Sei importante per me" e un'unica volta in cui una mia cara amica mi diede dello "speciale".

[lo stesso giorno]

[senza titolo]

è oggi un giorno, o giusto un conto alla rovescia per il momento della buonanotte?

domenica 11 ottobre 2009

[senza titolo]

mi si spieghi, se a qualcun altro succede, questa voglia di lagnarsi con qualcuno per una cappella che ha fatto, più che altro per evitarne il ripetersi, e al tempo stesso il non voler sentirsi dire neanche "scusa", pur di rimuovere la faccenda al più presto.
Ma anche per cose di poco conto, poi.

sabato 10 ottobre 2009

spettri.

e non riesco neanche a dilungarmici su.

venerdì 9 ottobre 2009

oggi si assegna il premio Nobel per la pace

posso ridacchiare sotto i baffi?

venerdì 2 ottobre 2009

fico.

http://www.threadless.com/product/2028/Wishbone#zoom