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giovedì 10 dicembre 2009

tragicomicità

Son diversi giorni che sempre più spesso mi ritrovo a pensare - causa incazzature con amico? - a quanto poco mi conosca, a quanto poco sia interessato a conoscermi, a quanto si fidi dei suoi preconcetti, o pensieri, o anche smancerie da teenager-tendenzialmente-femmina (l'ultima è un'applicazione Facebook) e non veda anni di fatti (tra l'altro) positivi che dovrebbero portarlo a conclusioni quasi diametralmente opposte.

E mi ritrovo a pensare ai suoi begli ideali di amicizia, se non a tutte le attenzioni extra che esige da me (è da molto che non mi lascia intendere sesso, e sì che è un libro aperto, ma l'approccio è simile) e che sempre più spesso sono causa di litigi e/o incazzature.

Tutto questo, e non pensa neanche a fingere di interessarsi di qualcosa di me che vada oltre la mia persona fisica*.

Anzi sì.

Si interessa agli sms che mando, si domanda se ci sto provando con qualcuno via messaggino.
(stavo definendo i dettagli di un appuntamento di lavoro con i colleghi coinvolti.
E tra l'altro tutto è successo in un periodo - diciamo - delicato. Ancora non concluso.)



*non perché mi ritenga bello o bono, sono un tipo come tanti, né bello né brutto; quell'espressione è da considerarsi in un'accezione ancora più terra terra, quasi come "presenza fisica", per uno che quasi conteggia il tempo trascorso insieme (e non gli basta mai) o che è anche capace di risentirsi se a tavola non ti siedi accanto a lui (e vagli a spiegare che il posto di fronte era per potergli parlare meglio guardandolo in faccia).

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