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giovedì 25 giugno 2009

A vederla da sola, questa scena fa un effetto discreto, ma nel proprio contesto, ha fin troppo ragione Dave a parlare di strizza

Dico questo Dave qui

comunque, forse la stessa sequenza senza colonna sonora (tranne il finale), e/o un'impatto meno Anni Cinquanta/Sessanta alle inquadrature in cui si vede Maddy da sola, l'avrebbero migliorata ancora di più.
Mi piacerebbe parlare un po' di Twin Peaks, e ciò vuol dire che, come è successo in molte altre occasioni analoghe, andrà a finire che non lo farò mai. E comunque non credo sia giusto parlarne molto ora: troppo a caldo, è la prima volta che vedo questa serie, vorrei finire di vederla, conosco già la storia per sommi capi, proprio ieri mi sono imbattuto per caso in un trafiletto che malvolentieri mi ha fomentato alcuni preconcetti sulla seconda stagione, preconcetti che vorrei smantellare. Credo dovrò rivederla come minimo un'altra volta per iniziare ad avere le idee leggermente più chiare, ma qualcosa mi sento di dire anche ora.
A Twin Peaks ci sono due tipi di persone: quelli che al primo impatto sembrano avere qualche seppur minimo handicap, un qualche tipo di ritardo mentale, e quelli che, se non l'hanno già fatto, commetteranno qualcosa di immorale. Dopodiché, si mettono a fare casino anche quegli altri.
Ci sono più corna a Twin Peaks che in un cesto di lumache.
(chiusa la parentesi burlona)
Molto onirico, dove per onirico non si intende solo il sovente ricorrere dell'elemento sogno o visione (peraltro, ben strutturati - anche se forse il mio preferito resta il sogno verso l'inizio di "8 ½" di Fellini)
Il tema portante della colonna sonora è opprimente. Insostenibile. Non è propriamente malinconica, ma mette il magone, figurarsi quando te lo sparano su una curva di strada di montagna con un po' di foschia e il tutto ingiallito.
La grafica dei titoli tocca un inedito record di effetto acido e fa rivalutare Kubrick.
Le cascate di notte le eviterei più del bosco.
Più vado avanti, più mi sembra di percepire incongruenze, immagino volontarie, un po' nello stile di Shining di Kubrick. Come per esempio, uno strano ordine nella sequenza dei giorni, o nell'alternanza di giorno e notte, oppure la ragazza di buona famiglia e fidanzata di cui prima salta fuori l'amante, e ci può anche stare, e poi si viene a sapere che era stufa anche dell'amante e la dava a destra e manca (scusa i termini un po' spiccioli). E se queste incongruenze, se poi sono vere, fossero una chiave di lettura dell'opera su un altro piano, se fosse, chessò, una presa in giro dello spettatore medio. Ricordiamo che si parla di un regista cinematografico prestato alla televisione; se oltre la storia in sé, che mi pare buona, oltre la tecnica, che non è da meno, egli avesse voluto compiere un'azione in più, oltre lo schermo: intrattenere lo spettatore che segue la trama (ricca di tradimenti di amori e di affari, meglio se torbidi, come una soap opera) credendo automaticamente che questa si dipani, e proprio attraverso l'infittirsi della stessa, farlo credere ad una serie di contraddizioni dei presupposti iniziali.
mah.

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