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venerdì 11 aprile 2008

ieri due o anche il post taggato amico? numero cento, che come tale doveva essere speciale (massì, assecondiamole, queste logiche da supermercato..)

alla fine ho prop imposto il mese di cosiddetta pausa di riflessione.
causa
parole su per giù abominevoli (considerando il contesto) ricevute in chat, dal mio interlocutore digitate consapevolmente in mia assenza,
e il goffo principio di abiura che, proprio in quanto abiura, contraddice la mezza giustificazione formulata già essa con un leggero ritardo dalla mia reazione al messaggio.

La cronologia dei messaggi scambiati con lui è nel cestino, e non ho intenzione di ritirarla fuori.
Ma neanche di vuotare il cestino, per ora; anche se qualunque altro utente di questo computer può benissimo farlo senza che la cosa mi pesi troppo.

E invece, ben più che intenzione è sbloccare il suo contatto chat non prima di trenta giorni: quello è realtà. La decisione della pausa era presa, e questo provvedimento diciamo pratico/formale, anche se non l'ho preso con grande gioia, era necessario, visti i ripetuti "non puoi farmi questo" digitati tra il goffo principio di abiura e la mezza giustificazione; ripetuti "non puoi farmi questo" i quali, tralasciando la teatralità, sono stati indice di sua opposizione alla già presa decisione della pausa, e causa progressiva di mio spazientimento oltre la rabbia.

a priori sembrerebbe un po' stupido, un po' quasi Moccesco, che tutto sto popò di roba sia avvenuto sempre in maniera mediata (chat - telefono - chat) (cazzo, almeno nei film di Gabriele Muccino le coppie scoppianti si urlano in faccia), ma a passarci in mezzo, la cosa non è mica tanto leggera o bambocciante.
e soprattutto, nessun glitter o canzone emo ne potrà avere la soluzione o la cura o anche un misero placebo.

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