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mercoledì 25 luglio 2007

Matteo 7,3-5 con-tro Luca 6,4

Matteo 7,3-5
3 Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? 4 O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo? 5 Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello.

Luca 6,41-42
41 Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? 42 Come puoi dire a tuo fratello: "Fratello, lascia che io tolga la pagliuzza che hai nell'occhio", mentre tu stesso non vedi la trave che è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dall'occhio tuo la trave, e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello.

Ora, non mi pare di essermi troppo preoccupato di travi e pagliuzze negli occhi altrui, specie ultimamente.
Cioè, non proprio.
Diciamo piuttosto che non ci andavo a puntare/mettere il dito per primo.
È una cosa del tipo:
A: e togliti 'sta pagliuzza dall'occhio.
B: ahò, veramente allora, se la vogliamo dire tutta, tu c'hai 'na trave.
A: e tu allora un tronco.
B: e tu una sequoia.
A: e tu sempre uno più di me all'infinito.
B: specchio riflesso.
[...]
Il brutto di sto gioco è che è un tarlo, per me.
La mia ferma idea è che B non-accetti a priori quello che A dice.
(ma non ne resta affatto impassibile, anzi.)
Al contrario, A rimane tarlato.
Ad interrogarsi su se e cosa abbia nell'occhio.

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