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giovedì 17 maggio 2007

[senza titolo]

e poi, di colpo, ritrovarsi a rimbalzare da un incantarsi all'altro, come il bambino (il tono della voce si fa più grave), come il pazzo.. (pausa) mh (abbozza un mezzo sorriso amaro) ..come l'artista. Ormai non ci penso neanche più.
Ma è bello quando succede.
Perdersi così.
Rimanere estasiato di fronte a Luisa di 8 ½ (Anouk Aimee), e alla moglie vocata vermeeriana che sa contrapporre alla donna moderna.
E poi così, per caso, per analogia fisica, ripensare alla artista, l'artista vera, e vorticosa, e reinnamorarmene. Di lei, della sua sfuggevolezza, della sua vorticosità, della sua amabilità anche se forse non saprebbe amare. Anche se a volte penso che ora possa essere diventata giusto una piccola mercenaria infelice.
E infine, l'istantanea. La pallina di gelato mezza sciolta che scivola e accelera nel rigagnolo, a un metro, forse uno e mezzo, dal chiusino.
Sull'ocra ingrigito di paese medievale, una minima scia di rosa fluo e bianco: la consapevolezza di essere arrivato nel posto giusto al momento giusto. E occhio avido si imperna sull'oggetto seguendone e sorpassandone il movimento in una carrellata da camera a mano.
Che, come ogni buona inquadratura, non dura più di due/tre secondi.
E volto la testa proprio prima che fragola e vaniglia cadano nella fogna.

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