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sabato 20 maggio 2006

Diciamo che oggi

ho i coglioni particolarmente sversi.
Molto probabilmente è colpa del viaggio in autobus verso casa, di ritorno da un altro interessante dibattito culturale del sabato a mezzogiorno con il docente di storia dell'arte.
Autobus che, a quell'ora, come ai vecchi tempi delle superiori, non può non essere preso d'assalto dai ragazzini. Ma non è niente di grave. La gravità sta nel fatto che salgo in autobus al terminal (ove quindi era arrivato completamente vuoto) ma per quando sono a bordo io ci sono al massimo 25 ragazzini seduti e almeno altrettanti sedili occupati.
Fosse successo in questo preciso momento avrei reagito istericamente di brutto e (forse) sarei riuscito pure a fregarmene se per quel ragazzino a cui toglievo lo zainetto io sarei rimasto a vita uno stronzo.
Ma lì per lì, ancora affascinato dalle diquisizioni con l'uomo di cultura, la parte di me "per quieto vivere" aveva lasciato perdere pacificissimamente.
Ma non avevo affatto calcolato che il sedermi sui gradini dell'uscita dell'autobus molto difficilmente si sarebbe conciliato con il mio bisogno di dormire (attività in cui eccelgo se su un sedile).
Colpo di grazia, l'aver visto gli ennesimi bambini per cui la tessera elettorale è distante ancora tre o quattro anni minimo, sfoggiare a mò di feticcio carampanesco dei ceghevari su maglie (tra l'altro, la stampa era già un po' sbiadita, indice di un largo utilizzo) o polsini.
Il punto non è affatto la politica. Ne ho parlato penso chiaramente in occasione delle elezioni e non so se e quando ne riparlerò.
Il punto che non riesco a tollerare è vedere persone così piccole già ragionare per partito preso, pur essendo comunque assolutamente disinformate riguardo a molte cose, e inoltre essere anche completamente chiuse mentalmente a opinioni appena differenti dalla propria (le peggiori carampane di Paolo Meneguzzi o dei Blue sono vanno dai 12 ai 14 anni, minuto più, minuto meno).
Ho detto che non avrei parlato di politica, ma un momentino invece ne parlo. Giusto una piccola precisazione perché tu non possa pensare che io sia un anticomunista e basta.
I) Vedendo cose come quanto scritto sopra, mi verrebbe da dire: Viva Marx, che aveva detto che la società non era pronta al comunismo (ma a mio avviso non lo sarà mai, perché comunque la stronzaggine di fondo congenita nell'uomo non renderà mai possibile l'abolizione della proprietà privata; come non renderà mai possibile l'autogestione - quest'ultima frase era il mio pensiero sull'anarchia)
II) Non pensare che vedere un tizio sbandierare una svastica o una croce celtica mi faccia piacere.

Anzi, ripensare a quel campo di concentramento che ho visitato mi dà tuttora i brividi.

Però cambia il mio atteggiamento.
Non so, ma in linea di massima, chi in prima istanza si etichetta "comunista-e-niente-più" tendenzialmente mi sta sulle palle, mentre chi in prima istanza si etichetta "fascista-e-niente-più" tendenzialmente mi fa pena. Ma non so nemmeno io da cosa dipenda questo.. forse posso solo giustificare la mia pena verso l'estrema destra con il vedere sti ragazzini bianchi slavati, pelati* e completamente vestiti di nero.
Con "e-niente-più" intendo che la persona in questione non vuole mostrarsi per altri aspetti, o riconduce tutto alla propria visione politica. Ma per fortuna esistono persone che, nonostante una posizione politica estremista che non condivido, sanno darmi molto. Grazie.

Ok,avevo un po' divagato.
Se poi uno di quei ragazzini che occupano 57 posti in autobus mandandoti a sedere sui gradini dell'uscita dell'autobus e evitandoti di dormire è anche uno di questi presunti comunisti (e mi sa anche un po' alternativo per moda) le palle un po' sverse ce le hai per forza.

E arrivato a casa pare che la situazione non migliori.
Nel senso, la mia situazione.
Esordisco con un "Ciao, sono distrutto" con tono che dovrebbe lasciar intendere "evitate la mia persona, fisica e non",
ma poi comunque mi si fanno le solite domande piuttosto futili e/o retoriche, spesso anche mentre sto riempiendomi la bocca di cibo,
ma poi comunque se rispondo facendo intendere "Perché me lo chiedi se è normale che sia così?" chi mi aveva fatto la domanda pensa che il sonno mi rende acido [no, giusto un po' più disinibito]
ma poi comunque mi vengono rivolte battute che non so se fanno ancora effetto su un bambino di cinque anni.
ok, vado a letto.

*Tra l'altro, grosso furto culturale, e grande errore socio-culturale.
Gli skinhead originariamente erano gli amanti del punk-hardcore apolitici dal cranio rasato; oggi purtroppo invece si confonde questo termine con naziskin, che invece sarebbero amanti del punk-hardcore dal cranio rasato dirottati verso l'estrema destra.
Grazie a Wikipedia per l'informazione, ma non ho finito.
Devo ancora capire bene in cosa consiste la musica hardcore (quella che somiglia alla techno, non al punk), i gabber, perché questi due nomi sono legati ai Ramones a parte che per la nomenclatura stessa, ed eventuali legami con l'estrema destra.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un pò in ritardo, volevo dirti che condivido pienamente quello che hai scritto sui "ragazzini" che tornato da scuola.
Succede anche a me, di ritorno dall'università, di imbattermi in autobus pieni di "esserini" di sesso maschile e femminile.
Quest'ultime, con gli stessi identici zaini, con gli annessi tremilacinquecento pupazzetti appesi (lerci, neri, pieni di smog milanese), con gli stessi jeans (a vita MINIMA), le stesse scarpe, lo stesso taglio di capelli.
E lo stesso tono di voce acuto e ridanciano che DETESTO, gli stessi argomenti CHE NON SOPPORTO, e lo stesso sguardo di insufficienza che ti rifilano appena si accorgono che ti hanno rotto una costola con il loro zaino.
Non sono passati molti anni, ma quando avevo la loro età, io non ero cosi.

Cordiali saluti :D MonicaGB

- ha detto...

e io quoto in peno il tuo: alla loro età, non ero così.. :)