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martedì 4 aprile 2006

ora sono tranquillissimo, ma è giusto che lo racconti. In pratica, è un post datato stamattina.

Dovrei davvero procurarmi un qualcosa che, come prometteva Splinder, trasferisse il mio pensiero online in cinque minuti. Io, alla fine, glie ne avrei concessi anche dieci, se solo mi avesse garantito un collegamento diretto e costante mente-internet.
O, in alternativa, il mio caro taccuino Misstake e la Bic Cristal pocket nera sempre in tasca. O sul comodino.
Perché ieri mattina, ma soprattutto ieri sera, avrei scritto a fiumi, nonostante il sonno. La parabola discendente è iniziata con un mio familiare che necessitava del PC (locato nella mia stanza) per motivi inderogabili. Anche i lavori a cui stavo adempiendo io erano piuttosto urgentini, ma vabbè, aveva detto che la cosa avrebbe richiesto un quarto d'ora.
Non volevo fare l'avvoltoio appollaiato alla forca con il cronometro in mano, così ho colto l'occasione per riordinare un po' . Sicuramente non avevo impiegato tutti e quindici i minuti, quindi ho preso a gironzolare per la stanza un po' a caso. Poi mi sono reso conto che forse tradivo un po' di impazienza, o forse la mostravo senza provarla, e mi sono disteso sul letto. Dove la situazione ha iniziato a pesarmi ogni minuto di più, e se non fosse stato per la sonnolenza avrei avuto le convulsioni. Dopo un bel po', visto il mio troppo sonno e il computer ancora occupato, decido definitivamente di "andare a dormire" (tra virgolette perché si trattava solo di passare dal dormire sul letto al dormire nel letto). Giro di buonenotti alla famiglia, pigiama, raccomandazione all'occupante di lasciare acceso il computer per eMule, e scivolo tra le coperte. Impegno più tempo del previsto ad addormentarmi, e questa seccatura, scandita dallo schioccare dalle altrui dita sulla tastiera, spostano l'ira (che prima già c'era, ma lateva non so bene dove) in un punto intermedio tra pelle e nervi. [In pratica, ovunque andrà, andrà male.] *
Ma alla fine mi addormento, e comunque in un tempo oggettivamente breve.
Mi sono accorto di essermi addormentato quando l'occupante del computer (che avrà sforato il quarto d'ora di un tempo compreso tra i sessanta e i centoventi minuti, e tra l'altro non ha adempiuto solo al compito inderogabile) mi ha dato la buonanotte venendo vicino al mio letto e io mi sono svegliato, ma le mie corde vocali no, e nessuno si è accorto di nessuna delle due cose; ciononostante, ero abbastanza sveglio da sentire il rumore del PC che si stava spegnendo (eMule andato alle ortiche) e vedere, poco dopo, il monitor che stava andando in standby ma ancora illuminava e dava fastidio, con il lampadario spento.
ira ira ira ira ira.
Scendo dal letto e vado a spegnere il monitor, avendo la premura di far sentire agli altri (tutti oramai fuori della mia stanza) i miei passi nervosi in calzini. Operazione fallita. * Torno nel letto e mi riaddormento per l'ennesima volta.
Per un tempo che probabilmente sono cinque minuti, ma che il sonno amplifica di molto. Comunque, finché la custode non viene a portarmi la pillolina del farmaco che dovrei assumere quasi giornalmente per una piccola malattia cronica (fisica, eventuali malattie mentali credo di saperle nascondere a chi mi conosce) di cui non ho più voglia di curarmi.
Prima nel palmo della di lei mano non trovo la pasticchetta celeste (che al buio era bruna come il resto) ed ella bofonchia qualcosa. Poi qualche battibeccuccio perché tanto il restante mezzo bicchiere d'acqua sul comodino non mi serve, ho un po' di sete ma il sonno è di più. Tre, riaffondo nel letto e mi trincero con le coperte fin sopra la testa e una voglia pazzesca di urlare a squarciagola ("se solo mi sentissero tutti e mi ignorassero completamente..") ** Viste le condizioni impossibili che mi ero imposte, cerco di sfogare la frustrazione sui calzini che opprimono di caldo i miei piedi, e prendo a dimenarmi nel letto scalcettando finché non li tolgo.
Sono un dannatissimo falso.
Ci sono cose per cui non riesco a sfogare il mio disappunto con chi di dovere, né soffocarlo dentro di me.
Chiudetemi in un posto tiepido e sicuro. *
Un cubo di un metro per lato può andare, se trovo una posizione comda per scrivere e disegnare.
Volendo anche trasparente, se nessuno non propriamente autorizzato lo utilizza per tenermi sotto controllo clinico. Passate da me, ma non venite a visitarmi. E rigorosamente quando ne avete voglia.
E lasciate sempre il coperchio aperto al cielo azzurro.

NOTE:
* Every day hurts a little more, every day hurts a little more.. citazione da Skunk Anansie - Everyday hurts
* Why don't you weep when I hurt you? Why don't you weep? When I catch you, you don't bleed, and the anger builds up inside.. citazione da Skunk Anansie - Brazen (Weep)
Ho voglia di litigare citazione da Andy Wharol - The Chelsea Girls
** doppia citazione identica alla precedente, ma nell'ottica opposta
*Al sicuro dagli altri e da me, e in cui io possa essere innocuo agli altri.

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