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lunedì 13 marzo 2006

dopo un po' di tempo..

torno a postare.
Breve riepilogo, durante la scorsa settimana ho/sono/mi sono
ubriacato_ vomitato senza la minima paura_ stato non troppo bene di stomaco il giorno seguente in cui tra l'altro crepavo di sonno_ riso_ parlato molto inglese e parlato molto con un'italiana_ camminato camminato camminato_ più o meno disegnato_ provato a sperimentare le grandi zoomate con movimenti nervosi di camera tipo l'MTV Day 2004 o il videoclip di "[6]66 (Diabolus in musica)" di Linea 77 + Subsonica_ visto alcuni musei ed esposizioni di cui uno di arte contemporanea nichilistupenda_ perso e ritrovato senza che nessuno se ne fosse accorto_ camminato camminato camminato_ salito su dozzine di autobus ed obliterato due soli biglietti_ divertito_ mangiato un po' di polvere_ uscito per tre sere di fila senza trovare un luogo interessante (ma le persone sì)_ avuto una rivelazione creativa fantastica_ camminato camminato camminato_ scambiato il mio indirizzo email con diverse altre persone_ pensato poco al week(fri)end che comunque non si è fatto vivo_ stupito di me stesso per alcune frasi che avevo scritto via sms ad una mia amica_ dovuto rinunciare a blog, email e contatti web vari_ creduto di avere un herpes_ di nuovo sognato i ladri in casa senza riuscire ad urlare_ sognato di perdere un canino marcio di carie e sperato che non fosse un sogno premonitore come molti avrebbero potuto dire.

Ho capito due cose, e forse, presto, ne capirò un'altra.

Uno.
Come per molte altre cose, anche per la televisione credo che il giusto non sia nelle posizioni radicali.
Dire che bisognerebbe non dipendere da tanta mondezza che ci propina il televisore oramai è quasi scontato, ma pur sempre vero.
Ma è anche vero che non voler possedere né voler guardare la televisione è una posizione, per alcuni aspetti, ottusa.
Perché io, ad esempio, voglio continuare a vedere le sitcom USA, i Simpson, le grafiche di MTV.Per intrattenimento, per ispirazione.
E perché no, intravedere durante lo zapping le fiction, i reality show, i prodotti catodici generalisti da italiano medio.
Perché effettivamente mi servono.
Per poter dire: Ecco, questo non sono io, questo non voglio essere.
Mi rendo conto che, se l'uomo del Novecento era colui che riusciva a capire solamente cosa non fosse, l'uomo del primo Duemila probabilmente è quello che, a questa spaccatura [tra ciò che è e ciò che evince di non essere] applica una toppa mostruosa.
Mostruosa perché non risolve la scissione, e probabilmente non getta le basi per una risolulzione più a lungo termine: è come un cerotto su due lembi di pelle le cui piastrine non vogliono fare il loro compito. Ma mostruosa anche perché essa consiste nella superbia di saper fare di tutto. Con l'aggravante dell'arroganza di saperlo fare pure bene.
Cantanti suonatori maestri di vita registi showmen.
Popstar attrici ragazze-immagine stiliste.
Comici scrittori attori.
e mi pare che di questo tutto non sappiano fare niente.
Forse anch'io mi sto adeguando a questa moda, a mia insaputa e inesorabilmente (inesorabilmente forse non è la parola giusta, ma non riesco a trovarne una migliore; io ne cercavo una che indicasse "qualcosa che accade ma non si vuole" e che puntasse sul non volerla, questa cosa; inesorabilmente punta troppo sull'irrimediabilità, che io consideravo a malapena nel mio discorrso.)
Già, perché, per quello che so fare, sono apprezzato, ma
come computergrafico non sono al livello delle grafiche drum'n'bass
come webdesigner non so praticamente niente di programmazione
come animatore non ho la pazienza di disegnare fotogramma per fotogramma
come regista non ho lo slancio per lavorare a ritmi da lavoro interinale
come pittore non ho una gran tecnica, e comunque, coi tempi che corrono, farei la fame
come disegnatore non ho quel non-ho-ancora-capito-cosa che distingue eriadan da un amatoriale
come industrial designer non so se sarei compreso (un mio progetto minimale è stato definito saponetta da una persona credo competente)
come scrittore non so essere sintetico, non so inventarmi storie, e probabilmente le stranezze che scrivo di me appassionerebbero troppi presunti neofreudiani vacui invece del bel pubblico che ho trovato qui (forse sembra un ringraziamento di circostanza, ma non vuole esserlo)
come cantante non ho speranze
come operaio... ?
...

NAAAAAAA!

Due.
Prima dicevo di aver capito una cosa, ma effettivamente questa è la scoperta di una cosa che non capisco.. vabbè, sottigliezze.
Perché l'iconografia della religione cristiana (non parlo di arte sacra, parlo di tutti gli oggetti con un qualcosa di figurativo legati alla religione cristiana) è composta nella stragrande maggioranza da crocifissi?
Mi spiego subito. Non voglio assolutamente portare avanti la crociata di Abel Smith (per chi non ricorda, il musulmano integralista agli antipodi del moderato che vive in Italia, che voleva togliere i crocifissi dalle scuole perché "un cadavere attaccato a due pezzi di legno impauriva i bambini" e ne ha lanciato uno da una finestra) che a mio parere è una persona tanto esibizionista quanto ottusa, il punto del mio discorso è completamente un altro.
Dico, la religione cristiana non è la religione del Morto, è la religione del Risorto.
I crocefissi medievali coglievano in pieno questo aspetto, con i loro Cristi sereni come già risorti.[Nonostante ciò, nel medioevo c'erano le mortificazioni corporali dei penitenti, come anche la caccia alle streghe and so on, ma vabbè, nessuno è perfetto..]
Poi l'umanesimo (primo passo dell'antropocentrismo, che tra l'altro alla lunga porterà al nichilismo novecentesco) ha iniziato a preferire la rappresentazione di un Cristo veramente morto, e da qui penso si sia creato un enorme malinteso storico-culturale che ci influenza tutt'ora, malinteso per cui il simbolo cristiano per antonomasia è diventato la croce, laddove dovrebbe essere la tomba vuota di quel famoso primo giorno dopo il sabato.. Tomba vuota che richiama la Gioia senza però dimenticare la soffernza.

Tre.
ho trovato due alternative di idee del mio eventuale matrimonio. Ora devo trovare la mia way.
[è un po' come aver trovato il bianco e il nero, ed aspettare di scoprire il grig-io. Anche se a volte mi rendo conto che il grig-io sembra la via di mezzo tra due neri.]
Scelta # 1 o del grig-io profondo e un po' romanticone: inverno, neve, sposa in bianco con collo in pelliccia non necessariamente naturale, tutto il resto da definire.
Scelta # 2 o del grig-io da jeans e maglietta anche un po' cazzaro ma non superficiale, in pratica profondo nell'accezione di genuino: pochi invitati e cena in pizzeria. Con gli invitati che non sanno della pizza e la pizzeria che non sa del matrimonio.
Punti fermi: io in abito grigio (hahaha) chiaro, maggiolino nero decappottabile con finiture cromate come auto nuziale.
Possibilmente, sposa in abito bianco e casa minimal.
Ok, ora restano da definire i dettagli.
E trovare la sposa.
[Humour nero.
mi rendo conto che troppo spesso sono ironico o cinico. e non so se è un bene. ma non mi pare.]
OT 1: stanotte sono riuscito ad urlare in sogno, anche se con un po' di sforzo
OT 2: visto che i lavori che faccio sembra mi lascino zero tempo e ancora meno soldi, sto valutando se inserire AdSense (la pubblicità testuale di Google) in questo blog.
Punto a sfavore (altrimenti avrei già deciso): credo che i siti internet con pubblicità siano meno seri di quelli senza. Aiutatemi.

2 commenti:

rainbowsparks ha detto...

un ragazzo con un terribile ascendente su di me,anni fa per giocare mi ha chiesto di sposarlo -eravamo stati lasciati di fresco entrambi,reduci sbrindellati di grandi amori-.
Una sola condizione,diceva:
il tuo abito da sposa deve essere arancione.

Io ci ho pensato,un anno fa quando le nostre strade si sono incontrate di nuovo,e di tanto in tanto ci penso ancora.

L'arancione mette allegria.
Perchè non una sposa arancione?

- ha detto...

bè l'arancione è carino come colore.
grazie, mi hai fatto sorridere, sono appena reduce di uno scazzo tremendo.