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sabato 21 gennaio 2006

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parlerei delle delusioni che mi dà il mio amico, quello che, isolato e incomunicante, a mezzo metro dal televisore, dava le spalle ai suoi amici e tutto il resto di sé al Grande Fratello cui si è abbonato (tra l'altro, quest'anno più che mai sembrano tutte facce qualunque, il n u l l a autocelebrativo)
parlei dell'altro, Colui che mi chiamava "fratellino" prima ancora di ricordarsi il mio nome, che, a quanto pare, da qui in avanti dovrà sbiadire la sua presenza sulla mia vita
parlerei delle immagini e delle voci che compaiono nel retro della mia mente
ne parlerei, ma non ora.
perché oggi mi sono ricordato di quanto ami la malinconia di una giornata assolata d'inverno.
la luce forte e fastidiosa agli occhi. tagliata dalle ombre lunghe e nere del pomeriggio. la sottile delusione di non sentire il caldo che ti aspetti.
immagino questo, su un lungomare senza chioschi e deserto - solo un ragazzo con un maglioncino, seduto sui sassi o sul muretto. è "Grazie" dei Marlene Kuntz.
come "Seagull surf" degli Shandon, che suona pulp ma non mi toglierà certo dalla testa una giornata di fine estate. stesse luci. stesse ombre. lo stesso caldo che non ti puoi permettere. il tramonto.
la stessa malinconia.
l'arancione.
situazioni che potrebbero essere il contesto interiore ideale per un autoritratto a cui pensavo per caso prima. io che indosso un maglione leggero con le maniche lunghe a coprire parte delle mani, seduto su un muricciolo a ridosso di un burrone o qualcosa di simile. la gamba destra piegata, l'altra distesa. e una sigaretta in bocca, tenuta con la mano sinistra.
l'immagine poetica che ho di me.

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