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martedì 22 dicembre 2009

E' normale voler praticare un esorcismo ad un compact-disc?

Venerdì scorso ho voluto rimettere nell'autoradio un cd.
Un cd particolare.
Un cd che porta sfiga.

Davvero.
Porta
sfiga.

Come fa, mi dirai.
Non lo so e non ho particolari mezzi per indagare.
La prima ipotesi che mi salta in mente, anche abbastanza bislacca, potrebbe essere il fulmine di Zeus, ma i contenuti non sono neanche blasfemi, al più ci sono giusto un paio di riferimenti anticlericali, anzi, uno/uno e mezzo, neanche due.
Comunque, tralasciando certe illazioni vecchiotestamentiste e/o di un certo cristianesimo americano manierista (a cui non crederei mai io stesso) ed altre varie ed eventuali, la sfiga resta. Troppi, troppi maleventi, brutte giornate, veri e propri periodi di frustrazione, sconforto, malessere sono capitati in perfetta coincidenza con i giorni in cui ascoltavo quest'album (in momenti morti, tra l'altro: circa un'ora al giorno, frammentata, in auto, durante i viaggi per e da lavoro o altri).

Già con questa consapevolezza, lo scorso venerdì ho rispolverato questo cd.
Manco a dirlo.
Manco
a
dirlo.
Al che, il giorno seguente, mi son detto: Ma non sarà mica ora che mi portino un po' di fortuna?

All'indice, Horror Vacui dei Linea 77.
Un disco che poi mi piace anche molto (semmai mi dilungherò a riguardo in separata sede), anche se ad uno degli ultimi ascolti ho colto atmosfere molto più grevi di quanto credessi precedentemente.
Linea. L = dodicesima lettera dell'alfabeto inglese (cantano anche in inglese) = 12
77 = 77
Paura = 90
Vuoto = 0? Altrimenti, secondo la smorfia moderna "vuotare" sarebbe 90.
Loro sono di Torino. O forse sarà il caso di considerare VENezia, da VENaria..? Naa, Torino.

Estrazione del Lotto sulla ruota di Torino, oggi martedì, 22/12/2009:
48 90 39 73 77

(da notare anche il fatto che avrei potuto effettuare la stessa giocata anche sabato e non l'ho fatto per una pura questione di pigrizia/perdita di tempo)

Ambo con una giocata di tre numeri su una ruota determinata, 83,33 euro per la mia schedina da un euro.
Meno il 6% di tasse, fa comunque una piccola vincita che non guasta (regalo del quarto compleblog, che cadeva ieri?).
Sicuramente meno di quell'ambo secco che avevo sognato e non ho potuto giocare (avrei vinto 250 euro), ma chissene, non sono un fanatico, non ci ho mai giocato molto e non ho mai avuto fortuna, quindi va più che bene così.

Ora però voglio un commento o un'email di un Linea 77 che se ne esce con: "Oh cazzo, avevamo davvero fatto il malocchio al disco, ma mai credevamo che potesse avere effetto!"

venerdì 18 dicembre 2009

[senza titolo]

bah, volevo scrivere un paio di cose e mi sono dimenticato.
[Ultimamente capita spesso di avere dimenticanze del genere, e non è bene.]
La terza è che con amico? va un pilino meglio, nel senso che ora (e per l'ennesima volta) abbiamo ripreso un rapporto quantomeno decente, e già questo è sufficiente per potermi sentire un pilino in più in sincro con l'impellente Natale.
[Non si dica quindi che di lui me ne frego, perché questa è una ulteriore dimostrazione in fatti.]
E' stato anche introdotto il famoso punto di discussione di cui negli ultimi tempi ho parlato ampliamente, ovvero il fatto che amico? per me sia una persona che non ha segreti (perlomeno a livello interiore), più che un libro aperto, è quasi una filastrocca che conosco a memoria, una filastrocca di cui so che a tale parola consegue un'altra in rigoroso ordine, una filastrocca di cui saprei enunciare punteggiatura e capoversi. E non solo, nonostante abbia sentito anche spesso parole altisonanti, non accade altrettanto a ruoli invertiti - non lo chiedo, non ne ho bisogno: sono una persona che da una parte si è ritrovato a viaggiare da solo ma dall'altra ci tiene anche a una sua indipendenza (fino ad un innamoramento serio) - ma persino la mia persona e la mia identità sono distorte o annichilite in proiezioni di amico? funzionali a se stesso; proiezioni che quasi totalmente sono costruite sulla base di sue convinzioni che prescindono dalla realtà dei fatti.
Dicevo, questo punto (dolente) è stato giusto introdotto: conto di approfondirlo e ripeterlo più volte a venire, anche se, proprio per via delle suddette convinzioni, non basterà una vita per far breccia. Forse un'altra questione da affrontare, le gerarchie di potere che inconsciamente ha stabilito nelle amicizie, nella sua maggiore pragmaticità, potrà avere qualche possibilità di attecchire, ma non facciamoci troppe illusioni.

lunedì 14 dicembre 2009

[senza titolo]

..e poi ieri, è bastata un'uscita veramente tranquilla (ovvero senza elementi di - diciamo - disturbo) e un po' più di lucidità, per farmi realizzare che forse, la questione dei regali di Natale, perlomeno coi familiari, sarebbe stata un atto come a dover dimostrare chissà cosa, e avrei dovuto giustificare la cosa con una più o meno balla bella e buona per essere più credibile, o quantomeno sembrare meno mitomane.

Ma non di questo voglio parlare, anzi, ne ho già parlato troppo e male, in toni che non rispecchiano il mio stato attuale.
La faccenda è sui regali tra amici.
Preambolo: io e gli amici con cui esco non abbiamo mai avuto l'uso di scambiarci regali per Natale, ma da qualche anno, qualcuno/a ha avuto la bella idea ("bella" è sarcasmo), e da qualche anno la tradizione è stata iniziata, interrotta e ripresa più volte (e sempre senza che il sottoscritto abbia mai avuto molta voce in capitolo, ndr - ecco, si sappia che certe cose le noto).
Prima compaiono le luminarie e più il Natale, quello con la enne maiuscola, con cui bene o male devi fare i conti, anche un pochino, ti prende tra capo e collo. Ora, a dieci giorni dalla vigilia , mi rendo conto che già sarebbe rischioso annunciare alla combriccola che grì non comprerà né riceverà regali, se davvero quest'anno essa ha votato a favore dello scambiarsi pacchetti sotto l'albero (uh, questa suona stucchevolmente USA) come sembra, nonostante non più di due mesi fa tutti sembravano decisi al contrario.
E nonostante la totale mancanza di tempo (e ancor meno voglia) da dedicare a tale shopping, ogni tanto mi sforzo di pensare al regalino per tizio o caia, proprio nell'eventualità che dovessi rimanere incastrato.
Non so come, mi è saltato in mente per amico? "Il bar sotto il mare" di Stefano Benni.
Facile, colorato ed eclettico, non banale o banalizzabile, a più piani, che da una parte si concede al nonsense e dall'altra ad un realismo tanto brusco e inaspettato quanto stimolante (v. La chitarra magica, che adoro): un po' tutto quello che amico? potrebbe scoprire di grì se solo volesse leggerlo.

Sì, ancora una volta va di merda con lui.

domenica 13 dicembre 2009

[senza titolo]

Sembra una legge di Murphy, quanto la vicinanza del Natale sia direttamente proporzionale allo scazzo, tra regali da fare, regali da fare di cui non ho idea, regali che sono costretto a fare, regali che sono costretto a fare e di cui non ho idea, regali che vorrei ricevere che costano troppo in termini economici, regali che vorrei ricevere che costano troppo in termini non-economici, regali che vorrei ricevere che costano troppo in termini economici e non.
Più naturalmente tanti problemi pesanti e non-problemi ancora più pesanti con amici (forse giusto uno) e conoscenti e parenti (forse giusto due che ho, anzi, che hanno me, sotto lo stesso tetto).

Va a finire (o perlomeno spero) che chiederò a chi posso di non regalarmi nulla a Natale.
Non che questo debba alimentare speranze di ricevere da codeste persone regali-che-non-costano-soldi, ma se non altro, non c'è pure l'imbarazzo ingombrante dei pacchetti.

giovedì 10 dicembre 2009

tragicomicità

Son diversi giorni che sempre più spesso mi ritrovo a pensare - causa incazzature con amico? - a quanto poco mi conosca, a quanto poco sia interessato a conoscermi, a quanto si fidi dei suoi preconcetti, o pensieri, o anche smancerie da teenager-tendenzialmente-femmina (l'ultima è un'applicazione Facebook) e non veda anni di fatti (tra l'altro) positivi che dovrebbero portarlo a conclusioni quasi diametralmente opposte.

E mi ritrovo a pensare ai suoi begli ideali di amicizia, se non a tutte le attenzioni extra che esige da me (è da molto che non mi lascia intendere sesso, e sì che è un libro aperto, ma l'approccio è simile) e che sempre più spesso sono causa di litigi e/o incazzature.

Tutto questo, e non pensa neanche a fingere di interessarsi di qualcosa di me che vada oltre la mia persona fisica*.

Anzi sì.

Si interessa agli sms che mando, si domanda se ci sto provando con qualcuno via messaggino.
(stavo definendo i dettagli di un appuntamento di lavoro con i colleghi coinvolti.
E tra l'altro tutto è successo in un periodo - diciamo - delicato. Ancora non concluso.)



*non perché mi ritenga bello o bono, sono un tipo come tanti, né bello né brutto; quell'espressione è da considerarsi in un'accezione ancora più terra terra, quasi come "presenza fisica", per uno che quasi conteggia il tempo trascorso insieme (e non gli basta mai) o che è anche capace di risentirsi se a tavola non ti siedi accanto a lui (e vagli a spiegare che il posto di fronte era per potergli parlare meglio guardandolo in faccia).

sabato 5 dicembre 2009

[senza titolo]

chiedere all'Uomo in rosso che tra tre settimane mi porti la Felicità sarebbe cosa da un verso troppo grande e dall'altro tacciabile di banalità; a me basterebbe giusto un po' di tregua.

[Non si parla né di lavoro, né politica, né famiglia, spese, amore, sesso, musica, televisione, daffare in genere, film, libri, luoghi, religioni, miei pensieri o sensazioni per esse stesse.]