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domenica 22 novembre 2009

[senza titolo]

colonna sonora: Squander (qua una versione appena diversa altrettanto valida)
In auto.
Quello che mi piace chiamare tra me e me "il tetto della città", che comunque tetto non è, e neppure si vedono i filari di lampioni più in basso, dove dorme la zona commerciale, lì nascosta alla vista da qualche villa e accorpamento d'alberi; un parcheggio isolato, un luogo piuttosto losco sebbene illuminato, il luogo dove più spesso mi vedo con amico? per chiarirci e/o discutere.
Inversione nel parcheggio per godermi la zona commerciale dall'alto.
E poi passarci in mezzo, le luci color pesca, la strada quasi deserta, quel vago percepirla come uno di quei centri estranei senza capo né coda, che attraversi durante un viaggio dopo il calar del sole e che sembrano star lì, indifferenti e indifferenziabili, giusto per dare una parvenza di civiltà, giusto per non farti sentire in mezzo al nulla fisico.
La stazione di servizio così sospesa che sembra un Hopper in notturna.
La zona industriale, e quel punto particolare in cui da lontano si vedono i lampioni color pesca disporsi ritmicamente, rompendo il reticolato con la prospettiva.
Squander.
Una canzone da luci di notte. Un po' natalizia, con questa chitarra dolcemente malinconica, o forse più malinconicamente dolce, che è disillusa di suo ma al contempo ti coccola e ti avvolge.
Una serata niente di che che diventa una bella serata.
E una bella sensazione di sentirmi amato nonostante tutto.

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