___email, Skype e Live Messenger: grig-io [at] libero.it; NOTA: SE MI AGGIUNGI COME CONTATTO SKYPE, AVVERTIMI: non avendo nessun contatto, mi connetto molto di rado ;)

venerdì 31 luglio 2009

[senza titolo]

Quasi volevo creare un account Facebook per grì, visto che qualcuno me l'ha chiesto direttamente e mi è arrivato qualche invito via email.
Già provavo ad immaginare stratagemmi per raggirare i campi obbligatori delle informazioni personali (in primis, il nome doveva essere grig-io, a prescindere da questioni di chiamiamola-privacy, che pure ce ne sono).
Gira che ti rigira, mi sono ritrovato ad aprire un mezzo account, un particolare tipo di registrazione che non richiede nessun dato anagrafico, ma permette esclusivamente di creare fanpage.
E no.
Senza contare che, sia fanpage che profilo "standard", la cosa avrebbe aumentato esponenzialmente la mia web-dipendenza, e il rischio di sputtanare me-grig-io e me-privato causa sovrapposizione.

[lo stesso giorno]

cosa da poco (?)

stanotte ho sognato di parlare con amico?.
Nè litigi, né chiarimenti, né niente a che fare con il nostro trend degli ultimi mesi - o forse due anni.
Si chiacchierava del più e del meno, distesi, come due amici d'infanzia di quelli cresciuti insieme, che insieme ne han combinate di cotte e di crude, e che per un po', volevano godersi una bella chiacchierata insieme.
Un po' uno di questi scenari da film, insomma, ma più autentico.

Ma comunque non reale.
Non siamo amici d'infanzia, non siamo proprio cresciuti insieme, e da tempo ormai la complicità è andata. E quanto restava, che comunque era sempre qualcosa non da poco, era giusto relegato a una decina di giorni ogni tre-quattro mesi.

Non era un sogno consigliero.

[lo stesso giorno]

cosa da poco

cenetta per due da 954 euro.
Il titolare del ristorante si difende: Solo piatti di primissima qualità.
Ma se a dirlo è l'attuale compagno di Stefania Nobile...

domenica 26 luglio 2009

determinazione (tagliare rami secchi, non tagliare rami secchi)

Opera di convincimento mio e altrui che non è pietà vera addolcirsi se ti viene chiesto un armistizio con toni dimessi; non è pietà vera perché generata proprio dalla forma, che poi è una forma dell'ultim'ora, o giù di lì, sarebbe una specie di dimenticarsi di quanto è successo e perché è successo, una specie di accecarsi, di insabbiare senza tener conto che prima o poi il vento soffierà e scoprirà di nuovo, laddove invece l'opzione positiva reale sarebbe il perdono, che ricorda ma riesce a passare oltre, di fronte all'ammissione della colpa e al pentimento.
Il rischio di sembrare polemico, anzi, la consapevolezza, se non addirittura quella di sembrare deliberatamente stronzo, ma, per quanto difficile, voglio sviscerare la questione, ho così tanti sassolini nella scarpa che ignorarli sarebbe ingannare in prima istanza me stesso.

sabato 25 luglio 2009

[senza titolo]

Per una serie di eventi, sono andato all' archivio mensile del blog di Agosto 2008, e l'ho trovato così scarno.
[La consapevolezza che diversi altri mesi saranno altrettanto poveri di contenuti, ed ora più che mai]
Non che uno debba per forza avere sempre qualcosa da dire (e soprattutto degno di essere detto), ma l'impressione era come se avessi vissuto un po' di meno in senso proprio, e per il resto, fossi rimasto in standby, in sordina, mentre magari non è stato sempre così. Pian piano molti dettagli sfocano (a volte, rileggendo post non recenti, non riesco a ricordare le circostanze di certi eventi di cui avevo parlato molto sommariamente, figuriamoci cose di cui non fisso nulla su sti pezzetti di carta digitale), e se non lo scrivessi ora, forse domani rimarrebbe solo un folclore colorato e appannato di tanti pensieri e tanti fatti, siano le mie settimane buie in cui l'orario di lavoro sembrava l'unica isola felice (o, più che altro, sembrava il non-male) e il weekend era oppressione e l'aria di casa era scazzo a prescindere e quindi non sempre a ragione, o forse quasi mai, settimane da cui sto uscendo, ovvero da cui non sono ancora uscito del tutto; sia il sognare un amore, uno qualunque, come una piccola baia sicura di approdo e di evasione da tutto; sia il distacco e lo strappare corolle; siano i concerti, per quanto piccoli, ogni fine settimana, che magari il più delle volte mi ritrovavo ad andarci da solo e veramente, parafrasando una Elisa di altri tempi (e quanto altri), sentivo che music's the best lover; sia quando amico? col resto della ciurma attorno andava a festeggiare il compleanno in discoteca e io, a chilometri di distanza, ascoltavo Abitudine (beh, sì, forse dovrei ridimensionare un po' sta cosa, o quantomeno, riportarla sui propri binari); sia i discorsi (come atto del discorrere) d'Arte, programmati o meno, tenuti da personaggi illustri o improvvisati con un amico/conoscente non a caso, che mi smuovono l'animo e mi fanno luccicare gli occhi; sia che a breve ritroverò un luogo che ho amato e amo molto e ho un po' di ansia da prestazione; sia che... non so, quante cose.
Ma nel bene e nel male, e soprattutto nel bene, per quanto questo mi sembra la percentuale minore, vivo in senso proprio.

sabato 18 luglio 2009

"due venticinquenni che non si parlano da oltre due mesi non possono fare pace su Facebook"

non pensavo che certe cose si dovessero pure spiegare alla controparte.

Senza contare poi che i due venticinquenni in questione hanno conosciuto il telefono cellulare e internet ben oltre la pubertà, e quindi, teoricamente, dovrebbero essere meno avvezzi a certi manierismi.

Ma alla fine, questo è solo un piccolo senso di sorpresa, è perfino ben lungi dall'essere una seccatura: da quando mi sono ritrovato a fare due conti e mi son detto "hey, ma mi sa che non ho niente da guadagnarci, non più, non ora", o più semplicemente "ma ne vale la pena?" sono a quello stadio di distacco freddo, così freddo che all'occorrenza uno potrebbe parlare educatamente del proprio odio al diretto interessato.

sabato 4 luglio 2009

[senza titolo]

massì, roviniamoci ancora e ripetiamoci ancora che il rincasare presto è un valore morale.