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domenica 29 marzo 2009

[senza titolo]

Diverse persone di quelle che si vantano di dire tutto in faccia (o forse tutte?) 
in realtà dicono cosa/come/dove/quando/a chi gli pare
e/o lo fanno perché non concepiscono un'altro punto di vista
io, personalmente, non nego che molto probabilmente appartengo alla prima schiera (la seconda, spero/credo di no, ma non voglio darlo per scontato), ma non sono uno di quelli che si vantano di dire tutto in faccia.

giovedì 26 marzo 2009

perché alle volte uno vorrebbe solo lamentarsi

delle circostanze, degli altri, o anche solo di se stesso.
semplicemente lagnarsi un po', dare aria alla bocca quasi a vanvera per poi distrarsi/essere distratto e non pensarci su troppo.

mentre invece, puntualmente, il minimo che l'interlocutore possa fare è sentirsi autorizzato a dare consigli.
quando più poi i dialoganti sono avvicinati da un legame affettivo di qualunque tipo, tanto più è forte il rischio del peso del giudizio con le sue forme.

giovedì 12 marzo 2009

[senza titolo]

dire di sentirsi [sentirsi, perché poi magari è solo un'impressione - non indolore, ma sempre impressione] cadere è troppo facile, e troppo facile sentirsi rispondere di rialzarsi, che -mi spiace pure dirlo - ma sta diventando un mezzo luogo comune, una di quelle cose che sembra scontato pensarle e crederle mentre le si dice.
un termine come rotolare, invece, già preclude una semplicità di rialzarsi, e una semplicità di fermarsi (che poi, anche uno che cade, proprio perché cade, non è caduto e quindi non può direttamente fermarsi o rialzarsi), ma rimanda ad un immaginario comico/buffonesco di stampo cartooniano o di fumetto.
mentre invece, dire di sentirsi cadere per le scale, o rotolare per le scale, che a questo punto è lo stesso, risulta molto più indicato.

venerdì 6 marzo 2009

"Prova di nuovo. Fallisci di nuovo. Fallisci meglio."

uh, quanto ci aveva preso il buon vecchio Samuel.