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martedì 13 maggio 2008

non per niente si chiama "amaro amare"

davvero "gli veniva da tenerla abbracciata per un giorno di fila".

4 commenti:

grig-io il blogorroico ha detto...

nel post, citazione da Enrico Brizzi," Jack Frusciante è uscito dal gruppo".

Anonimo ha detto...

Personalmente l'ho trovato un libro piatto, banale e decisamente sopravvalutato.
Ma questa è solo la mia opinione.

grig-io il blogorroico ha detto...

tranquilla, non sarai lapidata per questo..
probabilmente, sei-sette anni fa non avrei detto lo stesso (anzi), ma grazie al cielo, forse col tempo ho acquisito un filino di obiettività.
La storia in sé non è originale, molto debitrice di Due di due di Andrea de Carlo e quasi anticipatrice di Tre metri sopra il cielo.
A parte la trama, però, mi era piaciuta la forma, la lingua un po' inquinata dall'intercalare, a volte sul filo della sgrammaticatura, ma a mio avviso un po' più personale del classico "linguaggio giovanile" (il quale, comunque, a forza di darci dentro, ha fatto sì che oggi l'italiano buono sia perla rara).
Comunque, bisogna pur dire che ormai da anni non lo sfoglio più (forse anche perché da anni ce l'ha in prestito una mia amica), e la memoria è un po' sfocata, e non posso escludere che forse, ora, ci troverei più cosetta da ragazzini che non una storia di tardoadolescenti.
Però (ritorno sulla trama) ciò che più ho preferito del libro, e su cui più difficilmente mi ricrederò, il non-finale.

Anonimo ha detto...

Eh, forse il tutto sta nel fatto che pure De Carlo non mi piace. E le stesse cose che ho scritto per Jack le trasporto a Due di due.
De gustibus. Neppure io lapido chi non apprezza gli stessi autori che apprezzo io. Mi rendo conto che forse sono un po' pesantucci, alcuni.