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domenica 2 marzo 2008

[senza titolo]

l'ennesimo fine serata da amico?* a parlare di noi (fino a tardi, tra l'altro, che se ci si mette non vuol saperne di limitarsi, nemmeno se ciò incide sul suo sonno, se non vuol pensare al mio).
(e, cazzo, stai piangendo di nuovo.)
un noi che per me dovrebbe sapere di amicizia, che per lui dovrebbe sapere di un qualcosa che non so bene come definire,
un qualcosa che
lui dice sia un affetto piuttosto vicino ad un amore platonico
lui dice sia un affetto per cui vorrebbe condividere molte cose con me
lui lascia intendere che vuole sia un affetto fomentato da miriadi di atti formali e gestuali/fisici/comportamentali

ma
i gesti sono tali che non riesco a non vederli in un'accezione di profferta sessuale, perlomeno alcuni, ma non solo fisici: allo stesso modo, infatti, parole, o anche solo sguardi che da soli sembrano trasudare desiderio - e se lo faccio notare anche cercando di epurare o eufemizzare la mia espressione, sta' certo/a che queste parole mi vengono ritorte contro in non più di ventiquattr'ore (ma all'occorrenza vengono anche tirate fuori per divertimento)
riguardo le molte cose che lui vorrebbe condividere con me, non mi pare che gli sono lontano, è solo una la cosa che non gli do (o due, se vogliamo distinguere il sentimento platonico dalla gestualità - non necessariamente sessuale), ed io non riesco a vedere in lui la minima voglia di partecipare a quello che provo - dico in senso generico, non sto parlando di nella gioia e nel dolore nella salute e nella malattia e di amarti e onorati per tutti i giorni della tua vita sì lo voglio**. Per fare un esempio basato su una cosa abbastanza di relativa importanza (ma l'esempio in sé la dice lunga, molto ma molto lunga), mentre io preparavo un esame particolarmente duro ma di cui potevo immaginare il risultato (non perché abbia corrotto nessuno ma perché nonostante l'esame fosse duro, li conosco pure, i miei polli), lui svariate volte e con estrema faccia di bronzo è stato capace di dirmi queste testuali parole "Sono contento se non raggiungi quel risultato", ed ora che l'ho raggiunto continua ad andare tronfio di queste parole che diceva
l'amore platonico ci sarà pure, ma è un amore che chiede e basta, laddove mia ferma convinzione è che amare sia in prima istanza un dare (certo che se poi uno non riceve proprio mai.. siamo umani, e io stesso più di tanto non resisterei)
come un amore arido, come un cuore rinsecchito, prosciugato, ma che nonostante tutto però continua a pompare con foga, frenetico e rabbioso nella propria direzione




*a casa sua, effettivamente, sarà la seconda voglia in quest'anno, vista la mia ostinazione di qualche post prima. Ciò non toglie che la prima volta che sono stato praticamente costretto a rientrarci, il mio ego ne è stato accoppato di brutto
**quel "sì lo voglio" in coda è un errore (la precedente parte della formula è pronunciata dallo stesso coniuge che "lo vuole"), ma inserito volontariamente per rendere l'idea con più slancio, volendo anche leggermente comico

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