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mercoledì 31 ottobre 2007

fondamentalmente, non mi piace Ligabue

sarà per l'attitudine rock affiancata da un prodotto praticamente di massa, sarà che mi sembra avere un tono da saccentino tipo "sono tuo fratello maggiore, ho fatto tutto prima di te e ti racconto e insegno tutto*", sarà che è luogo comune che debba necessariamente piacere a tutti come i Queen o la televisione, sarà altro, ma non mi piace.

Ma quando ti tira fuori un "Non si può sempre perdere" al momento giusto, bè, per forza di cose suona più autentico.


*E qui ben inserirei il contraltare Placebo.
Placebo è tuo fratello maggiore, più grande di tre, o sette anni, o quelli che siano.
Magrolino ma non "secco", un po' più alto di te, capelli corti scuri.
In fin dei conti, se mai ti fermassi a pensarci, scopriresti che non lo conosci poi tanto, ma non ti fermi a pensarci.
Ma non serve nemmeno, perché poi si fa trovare, è lì per te, è la spalla su cui piangere ad un funerale o una giornata bigio-nebbia d'autunno. E' lì per te, sa che a volte il corso degli eventi è amaro, a volte proprio cattivo, sa quello che provi, e ci è passato egli stesso; te ne accorgi, e capisci che sarebbe stupido chiedergli perché non ti ha insegnato niente perché al tempo non ti interessava, o non ti sarebbe interessato. E ora che di esperienze ne ha passate, comunque, non ha trovato la pace dei sensi: solo qualche chiave, non oggettivamente abbastanza. E' mesto. Ma un po' più forte.

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