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sabato 6 ottobre 2007

[senza titolo]

continua regolare il trend degli ultimi giorni.
tra il familiare che marcia coi complessi d'inferiorità per far sentire in colpa i restanti, chi (non necessariamente persone fisiche) per una cosa seria o anche la prima fregnaccia ascoltata alla radio sputtana alla grande la mia tabella di marcia, e il considerevole background di senso di essere l'ultima ruota del carro e di scuro-in-volto, rispettivamente offerti dai formalmente amici e dall'amico?, il quale si è praticamente dichiarato (alcuni link - 1, 2, 3 - per chi non ha presente la situazione).

Approfondimento sulla questione: ha affermato (e già me lo immagino smentirsi miliardi di volte dicendo che scherzava, laddove invece ha introdotto la dichiarazione proprio dicendo che parlava sul serio) che da quella notte che ci poteva scappare del sesso, non ha mai rimosso la faccenda (e certo non parlo a livello di ricordo, la sola ipotesi di Alzheimer è lontana almeno quarant'anni).
Da una parte posso capire, dal momento che è una persona molto categorica, molto o-è-bianco-o-è-nero (e diciamo che col sottoscritto casca proprio a fagiolo, sì...).
Dall'altra, quell'evento per me è stato assolutamente isolato, e voglio che resti tale, così, nel giro di quasi due anni, quando l'argomento si ripresentava, non ho fatto altro che tentare di fargli fare docce fredde.
Anche se poi nella normale vita borghese ci sono tanti scherzi cameratisti (robetta bassa bassa del calibro di "raccogli la saponetta" e simili) dal quale non ci siamo mai esonerati, e questi sono continuati normalmente.
Da entrambe le parti.
Peccato che quando era il sottoscritto a tirare fuori ste cazzate, l'altro ci ha costruito fior fiori di castelli in aria.
Come del resto ne ha costruiti su semplici sintomi in-più di amicizia, e me ne accorgo solo ora che questi sono diventati gesti dovuti. E in quanto dovuti, se anche una sola volta vengono a mancare, io sono quello stronzo, quello che si deve far perdonare. Perché una-volta-una viene a mancare un semplice sintomo in-più di amicizia.
E la possessività, e la presunta gelosia.
E l'istericità delle sue aspettative verso di me, e del suo comportamento verso di me.
E tre mesi in cui saremo riusciti a rivolgerci parola per sì e no trenta giorni, e nemmeno consecutivi, il più assurdo contraltare di quanto sopra, il non-plus-ultra della contraddizione se un giorno mi venisse a dire che mi "ama" (laddove io sono fermamente convinto che da parte sua ci sia solo attrazione sessuale - se 'sta storia va avanti da quasi due anni, e forse anche una settimana di più della rivelazione palese, non è assolutamente implicato che dietro ci sia sentimento platonico).
E sì che sono scuro in volto.

Ma a volte capita pure di scoprire che c'è qualcuno, magari di recente un po' rivalutato in negativo, magari molto ma molto tangente nella mia vita, ma capita di scoprire che tifa per me per una vicenda che alla fine si può definire strettamente personale, una vicenda che alla fine, se non glie ne fregasse niente, non sarebbe affatto una colpa.
Grazie M.

un commento:

Anonimo ha detto...

Un bagno di parole.