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domenica 6 maggio 2007

[senza titolo]

ma tu guarda se, tra Google immagini e Flickr, mi devo rovinare a tal punto di tentativi vani di trovare una fotografia di uno standardissimo quartiere residenziale della middle-class USA di quelli stile strada bella larga con pochissime auto in moto e che non corrono, marciapiedi spaziosi su cui a qualunque ora del giorno (feriale) un uomo di mezza età fa jogging (ma non lavora?*) saltellando tra chiazze di sole e l'ombra degli alberi, ampi pratini verdi senza recinzioni interrotti giusto dalle righe bianche dei vialetti e, finalmente, le schiere di villette non necessariamente a due piani.
Foto che, tra l'altro, mi serve per uno scherzo, o qualcosa del genere.

* tra l'altro, cercando, mi sono imbattuto in un articolo che parlava di una specie di Ministero della Propaganda USA, un ente che detta lo standard dell'immaginario che bisogna avere degli Stati Uniti dai film di Hollywood, e ne parlava in funzione del film American Beauty.
Critica un po' troppo di parte secondo me, ma a cui comunque dò piena ragione in qualche punto.
Particolarmente interessante, la puntualizzazione sul fatto che la sceneggiatura non dia il giusto peso al fatto che, secondo gli standard USA, il padre di famiglia cacciato dal lavoro (che il licenziamento senza giusta causa è realtà lo dico anche se lo sapete tutti) è un uomo finito: va in depressione perché alla sua età non troverà lo stesso posto e sarà costretto ad accollarsi lavori umili sottopagati e/o deve rinunciare al mutuo per la casa e all'assicurazione sanitaria e/o viene mollato dalla famiglia che, sai com'è, non sempre gliene va di essere trascinata nella parabola discendente.
come disinnamorarsi di nuovo degli Stati Uniti in cinque secondi proprio poco dopo esserne stato un po' intontito di lustrini.
Dunque mi devo ricordare che di buono rimane solo Cupertino, e eventualmente poco altro.

Comunque, nonostante buona parte della costruzione del film venga bella che stroncata da quanto letto (per motivi buoni e non), credo che valga bene la pena di vederlo.
Se non altro (ma sicuramente ci sarà, dovrei rivederlo, il film, perché mi ricordo poco) la strutturazione delle persone, al di là dei personaggi, degli stereotipi o dei finti stereotipi che inscenano, è fantastica.
Tutte piccole storie sporche.
Tutte piccole storie dannate.
Proprio non se ne salva uno.
eppure, come non provargli almeno un po' di compassione?

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