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lunedì 5 marzo 2007

e siccome non c'è limite al peggio,

non me ne va di fare tutta la cronaca della parabola discendente dalle 4 alle 9 di ieri pomeriggio, e inizio direttamente con la decisione di andare a dormire alle 21, ché tanto da sveglio non c'è verso di sperare in un miglioramento di niente, e almeno scelgo il male minore.
naturalmente il sonno si fa aspettare tremendamente.
mi accorgo che è arrivato quando mio padre mi sveglia per darmi la buonanotte.
e il veleno torna in circolo con l'adrenalina, e manda al diavolo di nuovo il sonno.
neanche se abitassi al piano terra potrei permettermi di scappare dalla finestra anche solo un quarto d'ora pur di raggiungere l'auto e andare a farmi un giro pur di poter urlare, mera consolazione (ma almeno è una consolazione), e mi intreccio tra le coperte pur di sperare nel sonno.
che ancora tarda, e l'attesa pare non debba mai avere fine, tra flussi di coscienza di pensieri e silenzi mentali che giungono improvvisamente ma sembra vogliano appositamente straziarmi lasciandomi il ronzio del pc acceso.
Per qualche immeritata grazia dall'alto (o solo perché a un certo punto, era ora) riesco a prendere sonno.
E la sveglia è un no a un favore che avevo chiesto nel post-it in cui dicevo ai miei (non a casa) che andavo a letto.
Buon giorno, allora.

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