grig-io

martedì 19 dicembre 2006

[senza titolo]

Dunque, sai, ormai da un pezzo gira sta storia del tizio che da una graffetta, con una dozzina di baratti o giù di lì (e ho anche tutto il tracking degli scambi), è arrivato ad avere una casa.
Se dovessi scegliere solo una delle due cose, non so se gli chiederei lezioni di baratto o come diamine ha fatto ad aprire un sito e/o blog e ricevere migliaia di visite in una sola notte.

oppure ancora, rinuncio alle lezioni di baratto e mi butto con un tentativo diretto di imitazione: tu lettore cosa mi offri per - trovato in giro un anno fa - un minipupazzetto di Winne Pooh vestito da renna con laccetto per il cellulare?

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un espresso e sigaretta e quattro chiacchiere con.. [+]

lettera (aperta) d'amore: [+]

grig-io è: [+]

non mi piace/piacciono: [+]

il pronunciare il nome di un'azienda anteponendoci l'articolo determinativo (se poi è "la", non rispondo di me);
le abbreviazioni da sms adolescenziale; Zelig, Ligabue, Vasco Rossi, l'approccio che solitamente la gente ha nei loro confronti, il conseguente scalpore che suscito se dico anche solo che non mi piacciono e che mi fa sembrare polemico;
la realtà socio/culturale italiana media, ma quella statunitense è peggio e ne ho il terrore;
il patetico carampanare di persone piccole dietro canzoni dell'ordine di grandezza di "Teorema" di Marco Ferradini (facendo un assioma o un dogma della strofa sbagliata) o "I migliori anni della nostra vita" (che Renato Zero ha cantato, se non erro, a 45 anni, ed è mitizzata da gente di tutte le età in una clamorosa contraddizione in termini);
il panico istintivo che ho quando mi vengono i brividi da sonno;
guidare da solo in coda a 55 km/h o meno (e naturalmente, la velocità è inversamente proporzionale al mio isterismo);
il fatto che molte persone, nei forum, nella propria "firma" che compare alla fine del messaggio, inseriscano frasi lunghissime e/o un sacco di immagini, anche ad alta risoluzione, facendo una confusionaria insalata di contenuti assolutamente non-necessaria;
le consonanze. Dio, quanto non le sopporto; le rime si fanno mantenendo identiche tutte le lettere della parola a partire dalla lettera accentata, e non solo l'ultima sillaba; al limite, tollero bene le assonanze, che mantengono tutte le vocali, e il suono (appunto); ma le consonanze proprio no;
gli spot pubblicitari finto-documentario o finto-intervista/dichiarazione;
la musica standard latinoamericana, i balli standard latinoamericani, quando UOMINI O RAGAZZI ballano i balli standard latinoamericani;
la musica folk e/o politica;
il ragù senza vino in mezzo;
il design Fiat dalla seconda generazione di Punto in poi;
tutto ciò che mi frena dal fare qualcosa di non negativo;
il revival musicale che ultimamente impazza e comprende molti più porci che non cani;
la musica pop e dance quando è solo divertimento spensierato e non-creatività (a mio avviso, quasi sempre);
gran parte della musica leggera italiana del presente;
grandissima parte della musica leggera italiana del passato;
la menzogna fine a se stessa, ossia quando qualcuno nasconde qualcosa all'altro senza un minimo motivo;
chi mi tiene nascosto qualcosa per paura non si sa di cosa;
sentire qualcuno bestemmiare, specie se gratuitamente (v. Profilax & Co.);
l'assolutismo in qualsiasi campo;
il design aerospaziale pacchiano di molti prodotti hi-tech;
la maggior parte dei [presunti] comici italiani contemporanei, che fanno ruotare tutto il proprio repertorio intorno ad una unica battuta;
quando mi accorgo che l'altro si è fatto un pregiudizio-stereotipo di me e probabilmente non si ricrederà;
che esista il crimine perfetto, che il ricco diventi sempre più ricco, che il più forte potenzialmente possa farla franca sempre e comunque, che molto spesso non esiste la giustizia umana. Ma ormai l'ho accettato e vorrei che tutti lo capiscano;
l'eufemismo quando nasconde (con intenti anche ingannevoli) la realtà negativa;
gli oroscopi, le cose tipo "a tale nome corrisponde tale carattere", che tanto non ti dicono mai cose veramente negative e comunque fanno collegamenti assolutamente infondati;
l'affettazione, il buonismo, le frasi di circostanza;
chi prende come una verità rivelata un proverbio o un detto;
i luoghi comuni, i tradizionalismi, le frasi di circostanza;
chi si ritiene o viene appellato qualcosa che non gli corrisponde;
gli arredamenti in cui si utilizza troppo legno senza uno scopo preciso;
gli arredamenti antichi se non nel negozio dell'antiquario o nel proprio contesto originale;
la computergrafica amatoriale nell'accezione di incompetente, tipo siti internet o impaginati stracolmi di clipart e wordart a caso;
l'ostentazione laddove non è ironica;
strass, paillettes, glitter, cromature e lucidature che spesso sono utilizzate perché, luccicando, catturano lo sguardo e lo distolgono dalla bellezza vera;
svariati aspetti del protestantesimo USA, o forse della sola mentalità dello statunitense medio;
i film farciti di effetti speciali fini solamente a se stessi (e gran parte di Hollywood è questo);
i film che raccontano storie irrealistiche fini solamente a se stesse (e gran parte di Hollywood è questo);
le storie che hanno il lieto fine per forza;
Mr Bean, Benny Hill e certo humour inglese;
i classici filmati di matrimoni fatti da fotografi, che sono giusto un'accozzaglia di transizioni kitsch;
i film triviali stile Vanzina o Neri Parenti;
i surrogati di qualcosa di buono che cambiando un piccolo dettaglio rovinando l'insieme;
i surrogati di qualcosa di trash;
l'ambiente di montagna d'estate a meno che non sia in una davvero buona compagnia;
chi si scandalizza di qualcosa di anticonformista anomalo anche se assolutamente legale;
chi crede di saper fare bene troppe cose;
chi cerca sempre per forza un significato;
chi tenta di spiegare tutto razionalmente e chi cerca sempre significati nascosti;
chi non ha l'apertura mentale di riconoscere di aver fatto una cazzata e/o riconoscere se l'altro ha ragione;
l'arroganza;
la superbia e chi se la tira, in positivo e in negativo;
l'arrivismo, chi cerca la fama a tutti i costi, chi crede di ottenerla con bassi mezzi;
gran parte della programmazione televisiva contemporanea - dalla fiction al reality (traducendo in inglese sembrerebbe che non mi piace né finzione né realtà.. gioco di parole..);
il pensiero di certe persone per cui ogni cosa che esiste, esiste in quanto giusta e quindi deve essere legale/legalizzata;
il pensiero di certe persone per cui il valore (estetico e non solo) è automaticamente derivante dal prezzo e/o dal marchio;
il pensiero di certe persone per cui qualcosa è bello già solo perché è oggetto di una moda e non perché ne è direttamente attratto;
chi fa l'alternativo per moda;
i prodotti di massa generalisti;
le mode intese come prodotti di massa antitetici all'individualità;

mi piace/piacciono: [+]

la veracità di Anna Magnani, la tenerezza che non può non suscitare Giulietta Masina, il fascino sofisticato di Monica Vitti con l'acconciatura complessa, l'amore di Anouk Aimée (specie quando è popolana di Vermeer e donna moderna in 8½);
l'odore di fiammifero appena acceso;
Stewie griffin e Brian Griffin;
il font Verdana 8 punti spixellato quando visto su un monitor;
il sugo liscio di pomodoro, e il ragù col vino;
quando mi capita di confidarmi fino all'anima con una persona conosciuta da poco o che comunque fino a poco tempo prima consideravo solo un/una conoscente;
il rumore bianco, e quella specie di ultrasuoni che emana il televisore acceso;
il gusto minimale giapponese nella grafica e non solo;
le ballate rock, specialmente se ci sono degli archi;
le ragazzine più sveglie e più mature rispetto alla media delle coetanee;
fermare tra i molari la paletta di plastica per lo zucchero del distibutore automatico di caffè e tintinnarla finché non si rompe in pezzi di un centimetro quadrato circa;
scardinare i luoghi comuni se sono solo tradizioni insensate;
salire in un carrello della spesa con qualcuno che mi spinge;
quando qualcosa che non mi piace si taglia le gambe da solo;
il caffè (e se non mi piace, ne sono solo dipendente);
quando qualcuno si ricrede su un pregiudizio che aveva su di me, e quando capisco che qualcuno non se ne aveva mai fatti;
quando qualcuno si ricrede su un pregiudizio;
lo stile e/o la classe individuale, unica risposta seria alla moda delle mode e alla moda dell'alternativismo;
la sobrietà, che un giorno arriverà e porterà via TONNELLATE del nostro kitsch;
il montaggio video fatto più o meno solo di tagli netti e dissolvenze; gli effettini da montatore amatoriale o fotografo da matrimoni sono troppo kitsch per me;
i numeri 7 e 57; anche 17, ma di meno;
pronunciare un indirizzo internet "doppiavù doppiavù doppiavù punto blablabla punto com" invece che "vu vu vu blablabla punto com";
il pulsante che ritarda la sveglia di altri 5 minuti;
l'inverno con la neve e l'estate col mare (e va bè, in qualche stereotipo ci cado ancora..);
l'odore della birra;
vestirmi facendo caso ai colori, tipo oggi che ero vestito con tutte tonalità di grigio (manco a farlo apposta!! LOL) o quando la scorsa primavera un giorno indossavo verde chiaro brillante, nero e bianco e ho pensato: se avevo qualcosa di lilla ero una carmella alla liquirizia!;
osservare le periferie metropolitane decadute dall'epoca d'oro della street-life dall'interno di un autobus che non ci si ferma;
le doppie voci nei canti e nelle canzoni;
le donne moderne tipo mamme mogli giovani con un lavoro in ufficio, un blog e una casa arredata IKEA;
le donne moderne non-proprio-in-carriera, un po' tipo Stefania Rocca in Casomai;
il fascino primonovecentesco delle grandi città centroeuropee, dove abiterei, se solo ci fosse il mare;
la cultura pop (pop nella stessa accezione di pop art, non di musica pop!!!);
i simboli che rappresentano senza raffigurare;
il sapore che le sigarette che fumo occasionalmente lasciano sulle mie labbra;
gli accostamenti di colore che fanno male agli occhi e alcuni colori sfacciati;
quando mi sento leggero e libero dal mondo;
i pochi comici italiani buoni;
inserire "uova di Pasqua" nei lavori pubblici che faccio;
i cartoni animati "Pollon", "I Simpson", "I Griffin";
l'isometric art vettoriale;
le persone creative, specialmente se pazzoidi e/o espansive;
il design Apple;
cantare nel "mio" gruppo, quando ne avevo uno, e da solo in auto;
quando mi accorgo di essermi ricreduto su un pregiudizio negativo che avevo;
gli arredamenti 60s d'avanguardia stile Kubrick e gli arredamenti minimali;
la sobrietà, lo spartano, l'asettico, quando hanno stile;
la maggior parte dei cibi che contengono carboidrati;
quasi tutti i cibi che contengono zucchero;
le cose genuine;
quando mi accorgo di aver pensato al complementare;
le sit-com made in USA;
Escher, la geometria modulare e le geometrie impossibili;
la barcode art;
i vettori;
il mare, e il mare della mia città , anche se sporco;
il kebab e la pita;
MTV Jackass;
l'arte dei murales, tag, stencil e sticker compresi;
la birra weiss;
i libri "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", "Il piccolo principe", "Il bar sotto il mare";
la lego art;
i film "Dogville", "L'assassinio di un allibratore cinese", "American Beauty", "L'eclisse", "La notte" (per le inquadrature), "Rocco e i suoi fratelli" (per la sensibilità del protagonista che aiuta la melodrammaticità dell'opera) e "The Blair Witch Project" (per la tecnica in prima persona);
il cinema realista o che spieghi come vanno le cose realmente, al di là del lieto fine o dei complottismi;
vedere film italiani seri;
il design dei segnali stradali e il simbolismo;
la computergrafica, realizzarla e vederla;
avere lacci larghi alle scarpe e infilare lacci alle scarpe;
abbigliamento e scarpe comodi e non modaioli;
l'idea di guidare da solo tra le luci della città in un tardo pomeriggio piovoso di una domenica preinvernale;
i videogiochi a 16 bit e la pixel art;
la musica rock in più o meno tutte le sue forme;
Medugorje o la più profonda esperienza di Dio che abbia mai fatto;

REALIZZATO E LO RIFAREI -rebbe realizzare delle spillette e degli adesivi solo per me;
REALIZZATO E LO RIFAREI -rebbe avere i capelli (taglio e colore) come Thom Yorke quando li aveva rossi;
-rebbe avere un tatuaggio che sia uno scarabocchio. decorativo, anzi, ornamentale, e che non vuole rappresentare né raffigurare assolutamente n i e n t e. molti mi schiferebbero proprio per questo, ma non tutto nella vita deve necessariamente avere un senso e/o rimandare ad altro;
-rebbe avere un lavoro nine to five che almeno so che, dopo quell'ora, il lavoro sta là e io qui; in alternativa, un lavoro che non mi pesi (e ho scoperto che esiste!)
-rebbe avere orecchini di cocco o per l'allargamento, ma troppi fighetti hanno l'orecchino perché la cosa non mi dia fastidio;
-rebbe stampare delle magliette solo per me;
-rebbe avere una ragazza batterista e/o violinista;
-rebbe avere un piercing tra il labbro inferiore e il mento;
-rebbe comprare ed indossare non occasionalmente una giacca cinese classica;
-rebbe comprare ed indossare non occasionalmente un kilt;

martedì 19 dicembre 2006

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