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mercoledì 2 agosto 2006

parte uno:

30.7.006, ore 21 circa, forse più tardi

La conoscenza e la memoria sono buone cose, sotto diversi punti di vista. Ma c'è almeno un aspetto negativo.
(Verdena discografia mp3 in sottofondo)
viziano.
una volta che hai visto una cosa e ne hai fatto un'esperienza che ti porta in un certo qual modo a possederla, quella cosa, gli occhi si inibiscono, e l'oggetto viene dato per assunto, probabilmente finché non ce se ne distacca e/o lo si rivede dopo un distacco.
A volte, però, il giochetto è difettoso, e può capitare di vedere come completamente nuova una cosa che, per esempio, è solo illuminata diversamente dalla volta in cui l'esperienza che ne avevi fatta ti aveva portata a possederla.
e non è come Monet che dipinge la cattedrale di Rouen dalla stessa angolazione in quattro momenti della giornata.
è la situazione diametralmente opposta.
Monet studiava la reazione dell'unico oggetto davanti a illuminazioni differenti.
Non vedeva la cattedrale rossa del tramonto come aliena dalla cattedrale giallina dell'alba.
Non si chiedeva come potessero essere lo stesso oggetto.
Non si chiedeva se potessero essere lo stesso oggetto.
Probabilmente lo stesso accade non solo con la vista, ma anche per gli altri sensi, e per i sentimenti - come spiegare la gioia di rivedere qualcuno dopo lungo tempo (laddove non fosse affettazione), o i molti divorzi che scaturiscono quando un coniuge scopre che l'altro è difforme dall'immagine che ne aveva (non quella che gli era stata data - ndr)?
Probabilmente ciò può accadere per tutto qanto percepiamo o sentiamo, ma non voglio saperlo, non voglio scoprirlo ora.