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domenica 2 luglio 2006

due pensieri

uno.
titolo, o-scene da un matrimonio (quello di ieri).

- alcuni invitati, a quanto pare abbastanza disinibiti, intascano le bomboniere di grig-io e amici (grig-io era uscito qualche minuto lasciando la propria in custodia ai suddetti; quando questi l'hanno raggiunto, i simpaticoni hanno agito).
Non contenti, gli stessi, o altri, hanno veduto di portare a casa anche le bomboniere del tavolo degli sposi.
La miseria umana mi fa sempre più pena.

- che coglioni Billie Joe Armstrong.
Non so, o la voce si è sparsa, o altra gente ha notato solo ora che a volte mi piace vestirmi ska (pantaloni e caravatta neri, camicia a mezze maniche non necessariamente bianca) e mi associa col primo pupetto che hanno visto in tivì. Non è che effettivamente il cantante dei Green Day mi stia antipatico [anzi, diverse loro canzoni mi piacciono, nonostante i fanatismi delle dodicenni che se dici loro "Dookie" non sanno manco cos'è], ma non voglio passare per quello-che-si-veste-come-il-VIP, specialmente se indossavo la cravatta nera prima di Avril Lavigne, e Billie Joe l'ha scoperta molto dopo, in concomitanza con il nuovo look facciale alla Robert Smith [il cantante dei Cure - ndgrì]
La soluzione sarebbe nella sottile differenza tra il vestire ska e il vestire elegante, ovvero, la giacca. Che pure ci avrebbe fatto la sua bella figura, ma con questo caldo proprio non esiste.
Ciliegina sulla torta, dopo il matrimonio sono uscito un po' e, passeggiando, sento un tizio dire "..come sto ragazzo, non può essere serio a fare sesso.." o qualcosa del genere.
Non so assolutamente a chi si riferiva, ma lì per lì ho sentito un po' di coda di paglia o chicchessia, e l'ho fissato per un po', continuando a camminare, finché non l'ho sorpassato.
Per la serie "Guarda che sesso potrei farne, o forse effettivamente ne faccio, molto più di te" [ed è vero, se uno riconosce che il sesso può essere anche fatto da un numero intero di persone inferiore a due ^.^]


due.
Quando parlavo di Dolce & Gabbana, l'altro giorno, ho dimenticato di parlare di questa importantissima immagine.
Purtroppo, non ho trovato proprio la stessa immagine che tormentava le stazioni della metropolitana della città della notte bianca, ma questa è abbastanza simile.
Ebbene, un tale carnaio frigido non credo di averlo visto dai tempi del video di "The weekend" di Michael Gray.
Corpi molto più a-sensuali di una poupée di Hans Bellmer, molto più oliati-lucidati che non propriamente sudati, completamente spelati se non per il cranio, e pulitissimi del benché minimo granello di terra o filo d'erba di un campo da calcio.
La nazionale.
apoteosi del buongusto (ironia ironia ironia), gli slippini bianchi con il tricolore.
e finalmente parlo di calcio.
60 milioni di commissari tecnici tranne uno.
è sempre stato, e con i mondiali la cosa è ancora più lampante.
Non ne ho visto una-partita-una.
Ma non per estremismo, beninteso. Giusto perché non me ne frega molto, e non mi è mai capitata tra i piedi in modo inevitabile, e non sono il tipo che "almeno ai mondiali" mi interesso di calcio, mi pare affettazione o una sorta di voler fare bella figura. Comunque, dovrei fingere-di senza che ciò porti al minimo bene di qualcuno.
Ma la cosa che più non sopporto è che tutti - e dico tutti - quelli che hanno modo di farsi pubblicità debbano etichettarsi con i campionati mondiali di calcio, da Mario l'elettrauto che ha fatto la quinta elementare alla Coca-Cola che sponsorizza tutto.
A proposito, non so se capirò mai perché la bevanda con le bollicine e il McDonald's siano i primi sponsor di praticamente qualunque mondiale e/o olimpiade. Laddove, specie il re dei fast food, tra panini fritti che rasentano i 300 grammi e ciambelle stile Homer Simpson, non sembrano prodotti troppo affini a chi fa sport a livelli agonistici.


terzo pensiero, scusa ma non riesco a contenermi alle volte.
Al tiggì si parlava del mega rave che c'è stato stanotte in quel di Bologna, e il giornalista di turno ha citato uno striscione visto in quel frangente.
Striscione che chiede al cielo di essere vendicato (leggi massacrato, ucciso a colpi di arma la più terribile) dalla logica. Cito più o meno alla lettera:
"Giusto o sbagliato, non è reato"
ora,
CHE CAZZO VUOL DIRE???
Mi spiego.
A prescindere dal fatto che sono contrario alle droghe, anche quelle dette leggere [comunque rovinano fisicamente l'organismo, specialmente la mente, e non dirmi che non è vero perché ho una prova vivvente - lo ammette lei stessa che le canne le hanno fumato il cervello], e a liberalizzazioni e affini [la maggior parte delle volte il divertimento punta alla trasgressione in sè, non a un quantitativo numerico], comunque posso capire che ci siano delle persone a cui piacciano [è normalissimo, io stesso ho avuto qualche occasione sporadica di fare dei tiri di canna, e ad essere sincero mi è anche piaciuta molto, ma quando mi sono reso conto che era la stessa roba che altra gente chiama droga, e che se mi fossi lasciato prendere la mano avrei danneggiato corpo e mente e me stesso], e quindi potrei capire - ma non condividere - slogan del tipo "Giusto o sbagliato, continuo a farmi le canne".
Ma "Giusto o sbagliato, non è reato" è un controsenso assurdo senza via d'uscita.
Sbagliato è un sinonimo di reato, anzi, forse, qualcosa di "sbagliato" è molto più grave di un "reato". E allora, se già tu, autore dello striscione, poni come base che potresti stare compiendo uno sbaglio, come puoi dire che non è un reato?
[Mi sono espresso male, spero che capirai cosa intendevo.]
Questa è più grossa del sillogismo di Fabri Fibra (mi sembra) allo stesso tiggì: "So rappare bene perché è l'unica cosa che ho mai fatto".