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lunedì 8 maggio 2006

due passi al centro commerciale

e ho deciso che appena becco quattro lire ci DEVO tornare.
Ci sono una cosa e mezza che aspettano che le acquisti.
la mezza, una longsleeve verde acido. E' ancora "mezza" perché prima di acquistarla voglio provarla in negozio. "Provarla", si intende sotto ad una T-shirt rosa (che ho da diversi anni e non indosso da quando vanno di moda - il problema non è la moda, è l'atteggiamento di sfoggio estremo dei fighetti). Il test è assolutamente necessario per decidere l'acquisto, perché l'abbinamento, ora come non mai, sta rischiando di diventare banale. Proprio quello che non vorrei.
Poi (ma l'idea è ancora molto vaga) forse compro pure una canotta iperscollata da farci il figaccione con jeans e petto villoso al vento alla faccia dei tipini depilati con giacca sopra alla maglietta dalla scollatura a V fino all'ombelico. Si, vabbè, andiamo avanti.
Perché la cosa che debbo assolutamente comprare è la
MACCHINA GIOCATTOLO PER FARE LE SPILLETTE
(quella che tempo fa pubblicizzava DJ Francesco, per intenderci)
in un forum avevo letto che è una mezza sòla, ma a vederla dal packaging sembra (relativamente) affidabile.. e anche le spille stesse..
poi, per nove euro e novanta, direi che il gioco vale la candela. Fin troppo.
E alla fine, comunque, se proprio è una sòla, potrei sempre sbaraccarmela via eBay..
ok.
uscito dal centro commerciale, vedo una locandina de "Il codice da Vinci" (e ormai sto pure facendo il countdown all'uscita della pellicola). Delusione. Quelle cinque teste buttate là mezze in ombra sono un'immagine decisamente troppo altezzosa per poter rappresentare un buon film [a prescindere dalla storia]. Un po' come quel cantante (non me ne va di far nomi) che in diversi contesti parla con un tono un po' forzato nel disperato tentativo di sembrare ancora un tipo carismatico che, se lo è stato, in un periodo passato. Passato nel senso di trascorso, chiuso, finito, morto e sepolto.

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