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martedì 18 aprile 2006

ritorno blogorroico

Penso che farei bene a procurarmi qualcosa di Caparezza. L'ultimo singolo conferma le sue capacità a livello di testi (perlomeno per quello che si riesce a capire da un ascolto non troppo attento) e contenuti.
Come già accaduto ai tempi di Fuori dal tunnel, è stranamente curioso il fatto che ora sia invitato (o resident?) alle varie trasmissioni musicali per teenager con tanto di chart i cui dati non si sa da dove provengano, visto che ognuno dice la sua. In pratica, Top of the Pops e quell'altro - credo si chiami CD live - che in pratica ne è la fotocopia in versione discount sfigato, da quando Rai Due ha ceduto i diritti del marchio a Italia Uno. E probabilmente ci saranno anche trasmissioni dal target un po' più presunto figo, tipo TRL o Select (se ancora va in onda) di MTV o qualche clone targato Viva/ReteA/AllMusic (non so quale sia il suo nome all'attivo al momento). Dico probabilmente perché le due emittenti sono praticamente inaccessibili dai televisori di casa mia. E comunque, ultimamente, guardo pochissima televisione.
Tornando a Caparezza, vederlo a fine canzone tra il conduttore (in giacca color grigio 60% e T-shirt bianca con eventuale stampa trendy) e la conduttrice (mora o castana scura, capelli lisci non troppo corti, top bianco con stampa trendy), è davvero comico. Perché presumibilmente i due non si rendono minimamente conto che, visti certi testi, Caparezza, gente come loro, se la potrebbe mangiare a colazione.
Fare la parte del nemico per infiltrarsi nell'ingranaggio dell'impero e farlo marcire lentamente dal di dentro - Kurt Cobain
[nei suoi diari questo concetto l'ha ripetuto un pacco di volte in forme non proprio identiche, e questa non è una delle migliori, ma è l'unica che ho trovato.]

A volte è piacevole camminare per il centro da soli. Perché può capitarti di essere folgorato da miriadi di particolari che sono stati buttati là appositamente per essere visti da qualcuno, e la cui vita [cui si riferisce ai particolari] sarebbe insignificante altrimenti. Particolari che stimolano pensieri che avrai già dimenticato quando davanti al tuo diario o la tua piattaforma blog vorrai riscriverli. Particolari che comunque non avranno vissuto invano. Particolari come il negozio di abbigliamento usato (ma dai prezzi non proprio equi) che ha chiuso i battenti, troppi fighetti con il piercing sotto il labbro per pensare seriamente di averlo anch'io, molte cose che ho già dimenticato, e l'ex bassista per cui potrei dare tutto.
piccola donna moderna tipo mamma moglie giovane con un lavoro in ufficio, un blog e una casa arredata IKEA, o piccola donna moderna non-proprio-in-carriera, un po' tipo Stefania Rocca in Casomai, dall'anima rock che se ne frega del rischio di passare da fighetta alla MTV se indossa due spille sul cappotto, piccola donna che mi affascina e mi imbarazza. A cui non credo di essere capace di donare il primo pensiero del mattino o l'ultimo della sera, ma a cui donerei cuore e anima.

Periodo di film, piccoli e grandi.
#1
Un po' di tempo fa, Tristano e Isotta al cinema.
Non grandi aspettative.
Se riesci a filtrare alcuni aspetti un po' svenevoli (in cui rientra anche la classica scena di sesso romantico tra i protagonisti, ormai un must palloso di qualunque film in cui ci sia una storia d'amore) da ragazzini, può capitare di cogliere aspetti tecnici del film che non sono affatto male.
Come i colori costantemente lividi.
Per quanto riguarda la storia, anni fa avevo letto il libro, ma l'ho completamente dimenticato, e vorrei rileggerlo per vedere se il film si è preso delle licenze poetiche. Se licenze poetiche non ci fossero, bello il gioco di affastellamento degli eventi che frustrano e travolgono i protagonisti, cadendo l'uno sull'altro come tessere del domino messe in fila, gioco a cui Shakespeare si è palesemente ispirato. Ispirato senza però copiare, visto che i suoi finali sono di gran lunga più tragici (a Tristano e Isotta la strada di un amore completamente libero si apre ben prima della morte), e visto che la locandina di Tristano e Isotta (tra l'altro, modernissima e in nulla rievocante il medioevo) riporta quel terribile "Prima di Giulietta e Romeo c'erano..", apoteosi dell'invidia e del cattivo gusto.
#2
ieri sera, Io non ho paura in TV.
Volevo vederlo, quel film, ma ieri non avevo voglia di mettermi davanti al televisore. Poi è capitato che mi sono trovato lì davanti e la voglia di andare via è scemata.
Film bellino. Ma forse mi aspettavo un po' di più.
Tipo, NESSUN obolo al cinema commerciale, imprecisioni meno grossolane (al massimo una Barbie Anni Ottanta - o meglio, un surrogato tipo Tanya, più adatto al tenore sociale medio dei protagonisti - in un film ambientato nei Settanta, invece che una Barbie Anni Novanta, il modello di base ancora in voga oggi) e un finale tragico. Non sempre vissero tutti felici e contenti, o con solo un proiettile nella coscia.
Comunque, belli i giochi di colore tra campi gialli lampanti, campi gialli lividi, albe impressioniste, notti dal ciero nero assoluto e tramonti dalle luci teatrali.
Il film mi ha portato a capire ancora di meno Diego Abatantuono. Il suo rimbalzare tra film di stampo vanziniano e registi di alt(r)a fascia mi aveva indotto a pensare che seguisse più o meno l'esempio di John Cassavetes (regista USA indipendente che però ha partecipato a numerosi film hollywoodiani come attore, giusto per autofinanziarsi). Ma proprio sabato ho constatato come il suo Colorado Cafè Live abbia fatto il primo passo verso la decadenza.. se non è stato solo un passo falso, la situazione è più complicata di quanto sembri.. e vederlo in Io non ho paura mi ha confuso le idee ancora di più..
Il padre del protagonista (ho già visto quell'attore ma non ricordo affatto chi sia), in questo film, mi ha fatto sentire davvero, in un'altra accezione, cosa intendesse Martino quando ha detto: Se sei una persona normale, rispettabile, se sei nel gruppo, bene o male lavori per il gruppo [da Jack Frusciante è uscito dal gruppo], frase che avevo sempre visto in un'ottica socialicomunista di critica alla società borghesecapitalista. Forse, avendo trascritto la frase fuori dal proprio contesto, sembra più una cosa tipo Fight Club, lavorare per un'associazione; ma in Jack Frusciante e Io non ho paura il gruppo indica una persona/o un'entità a suo modo padrone.
#3
domani (cavolo, già domani!) esce nelle sale Il codice da Vinci (o perlomeno, domani esce in una delle sale a me vicine). E presto mi fionderò a vederlo.
voglio vedere come se la cava Tom Hanks, che ultimamente non mi fa impazzire, nel ruolo dello studioso quarantenne bello, alto, superstudioso e scapolo. Dimenticavo, nuotatore provetto e non nerd-sfigato.
Ma soprattutto voglio vedere come se l'è cavata il regista (a proposito, chi è?) nel risolvere filmicamente spinose questioni come alcune cazzate clamorose scritte nel libro (esempio 1. la tela de La Vergine delle Rocce del Louvre che Langdon minaccia di sfondare, in realtà è una tavola! esempio 2. il presunto seno del personaggio alla destra di Cristo ne L'Ultima Cena, in realtà assolutamente inesistente) o verità alquanto dubbie (rimanendo a L'Ultima Cena: 1. La mano che brandisce un coltello non mi sembra così evidentemente attribuibile a personaggi nascosti invece che Pietro; 2. Continua a guardare quell'immagine. La faccia che Dan Brown vede nell'avambraccio della veste di Pietro, in una fotografia globale, più o meno riesco a vederla anche io, ma qui la ritengo più un effetto del deterioramento del colore che non un reale intento del pittore, anche perché il personaggio sarebbe assolutamente sproporzionato, e la faccia blu un tantinello irreale.. un po' come chi disse di aver visto un volto sacro nella traccia di olio lasciata da un hamburger sul cartone, un po' una menata).

Spero ti capiti di ascoltare via radio lo spot Falqui (anche se detta così sembra un malaugurio).
Tendenzialmente old-style, e va benino;
ma devi assolutamente ascoltare il jingle alla fine.
Sicuramente è preso da uno spot TV di 10/15 anni fa circa che non ricordo, ma senza dubbio è esilarante.

Ieri, sul sito ufficiale di Microsoft, ho avuto modo di guardare una presentazione di Windows Vista, il successore di XP, che si appresta a diventare realtà.
mm.. (con aria compiaciuta)
L'interfaccia, dopo il tentativo (non proprio riuscito) di Windows XP, sembra finalmente inchinarsi ad una sobrietà non immemore degli ultimi sistemi operativi Macintosh. E già un grande gap sembra superato, facendomi venir voglia di testare questo nuovo sistema operativo in Beta (versione gratuita di prova).
Ma, tralasciando le varie leggende metropolitane (secondo cui Windows Vista sarà assolutamente antipirateria, arrivando ad eccessi assurdi, tipo che non supporterà CD homemade) ne rimane almeno un altro, di gap:
Windows Vista, funzionerà?

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