___email, Skype e Live Messenger: grig-io [at] libero.it; NOTA: SE MI AGGIUNGI COME CONTATTO SKYPE, AVVERTIMI: non avendo nessun contatto, mi connetto molto di rado ;)

martedì 28 febbraio 2006

good maaawrning..

diciamo che "Angeli e demoni" di Dan Brown mi sta divorando, come a suo tempo "Il codice da Vinci" (con "a suo tempo" intendo quando l'ho letto, anche se, detta così, sembrava che "Il codice" fosse uscito per primo).
Dicevo, mi sta divorando, non sono io a divorarlo come può succedere con un libro.
A contenuti, potrei polemizzare per ore sui due libri succitati, ma è indiscutibile che lo stile letterario di Dan Brown, superate le prime 50/100 pagine, ti trascina all'inverosimile e non riesci a staccare gli occhi dal libro.
E così stanotte ho dormito più o meno tre ore e mezza.
Giusto perché mi si chiudevano gli occhi da soli, non perché avessi finito il libro (peccato).
E diciamo che adesso mi sento abbastanza cadavere in quanto a vigore.. ma fa niente.
Poi semmai un'altra volta parlerò delle castronerie che dice. E di quanto sia inconfutabile che siano castronerie.
Tipo il protagonista che definisce Roma koyanisqatsi. Potrebbe anche starci, se solo non fosse statunitense (New York, secondo quest'ottica, cosa sarebbe?? il post-armageddon?).
O la coprotagonista, scienziata del CERN, che subito dopo aver cantato una mezza lode dell'universo, incespica in un rovinoso "Madre Terra". ok Vittoria Vetra, niente in contrario col fatto che tu possa trovare risposta al tuo senso religioso nella tangibilità del creato, ma semmai credi in Padre Universo.. visto che sei una scienziata lo saprai che la Terra non esiste a prescindere da tutto!! voler credere in Madre Terra piuttosto che in un eventuale Padre Universo suona un po' come la teoria geocentrica, ma il bello è che è proprio una persona di scienza a dirlo!!!
Ultime due righe su altri argomenti:
1. Mentre pranzavo, mi sono reso conto di quanto possa cambiare la visione del mondo tra due persone anche solo perché non hanno la stessa altezza.
2. Vittoria "quella di MTV e delle Iene" (non ricordo il cognome, e forse si chiama Victoria, con la C) al festival di Sanremo mi sembra il vino nuovo che spacca gli otri vecchi in cui viene versato.
E "spacca" qui non va visto come "spacca" la traduzione di "It rocks!" per dire che qualcosa è figo, "spacca" qui va inteso come fa danni e basta.

sabato 25 febbraio 2006

forse ho capito

perché ho paura del futuro a lungo termine
perché non riesco ad immaginare me stesso da adulto o da vecchio
perché da diversi punti di vista preferirei morire ora invece che un domani.
avendo visto diversi miei parenti adulti o anziani morire di cancro e penso solo due/tre di vecchiaia, probabilmente a livello inconscio ho la fobia dei tumori, il che mi farebbe preferire una morte "accidentale", qualcosa tipo un'incidente d'auto, che potrebbe avere i suoi bei vantaggi anche per quanto concerne il dolore fisico (il rapporto intensità/durata, in un incidente secco, è molto più allettante).
Ma quando vivo parallaelo alla praticamente-agonia dello sfortunato di turno, non riesco a pensare che potrei morire in maniera diversa.
E di qui, penso che, se avessi un tumore, VOGLIO* saperlo (mi addolora l'idea che eventuali miei figli e/o parenti possano tenermi all'oscuro). e vorrei sapere la stima del tempo che mi rimarrebbe da vivere. e vorrei che, dopo, mi vengano espiantati eventuali organi rimasti sani.
Ma soprattutto, vorrei poter continuare a vivere normalmente**. Giusto postare qualcosa del tipo "ho tot. mesi di vita. Ma tranquilli" e cercare di fare un po' il cazzaro di sempre (anche se dal blog non penso che si capisca..), anche se forse mi verrebbe naturale essere più profondo. E non solo per una questione di comodità.
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* so che il verbo esatto sarebbe "vorrei", ma sembra una richiesta gentile, tipo "per cortesia.." e suona come qualcosa che consente all'altro di non fare come vuoi tu. per questo ho scritto VOGLIO.
**anche se ho paura che il dolore fisico me lo impedirà

venerdì 24 febbraio 2006

post triplo + due info..

quindi, scrivo giusto due righe.. (ironia)

1. senza titolo.
ieri sera mi è di nuovo capitato di vedere la realtà a me familiare come nuova a me: un po' di tempo fa, sono riuscito ad osservare il corso della mia città con un occhio diciamo da turista tale che mi ha ricordato un viale di Parma, visto interessato ma di fretta e di passaggio. Ieri è toccato alla zona commerciale che, osservata più globalmente di quanto mi sia possibile di solito (dal terrazzo di casa una mia amica), mi ha dato più o meno la stessa sensazione di caos straniante di insegne luminose che mi dà la zona commerciale di Ancona (anche se quella di Ancona è esponenzialmente più grande come superficie).
E probabilmente sto sbagliando tutto.
Perché semmai il giusto sarebbe il contrario: vedere nuove realtà come familiari, e non il proprio habitat come alieno.

2. cazzo la nebbia!
(titolo da leggere in tono come qualcosa di importante di cui ci si accorge molto in ritardo) Infatti me ne sono accorto per caso e non me l'aspettavo proprio, oggi. Ma l'ho vista, e mi ha affacinato come al solito. Perché forse è la miglior rappresentazione del concetto di grig-io (certo non perché quando c'è la nebbia c'è solo grigio a posto del cielo e degli oggetti più lontani). è bella perché rende la reraltà in-definita, come effettivamente è ma non sappiamo percepirla. in-definita, e sottolineo il trattino, perché dire "indefinita" fa pensare a qualcosa di infinito, senza confini, mentre "in-definita", a mio avviso, centra meglio il punto: la realtà perde la definizione, le cose perdono i contorni che le separano nettamente e tutto tende ad una fusione con l'altrto e con il bianco. anche se non ci riesce, perché lquando c'è la nebbia vedi grigio chiaro. Ma sono belli anche gli aspetti laterali, come l'atmosfera ovattata, la poca gente che cammina a piedi per le strade, e quasi tutti vanno da soli, i ruomori e i suoni che diventano quasi solo delle eco.

3.senza titolo
forse quando parlo non so esprimermi e farmi capire. o forse la cosa è dovuta all'incomunicabilità congenita e latente che la mia croce e delizia chiamata Novecento ci ha lasciato.
Fatto sta che, da un po' di tempo, quando ho degli scambi di opinioni con alcune persone in particolare, se non annuisco vegetalmente a ciò che l'altro dice, ho l'impressione che il mio interloquente si risenta, si chiuda ancora di più nella propria opinione, e riprenda il discorso con tono di disappunto piagnone del genere: "Però ho ragione io..".
E tutto questo anche solo se, nel rispondergli, aggiungo poche parole alla frasetta "Hai ragione..".
è un po' triste.


Annuncio # 1:
al progetto del libro di cui parlavo in qualche post fa, ho coinvolto anche un mio conoscente, pinkarman (di cui non ho credenziali online dirette, solo tutti i risultati di Google per il suo nickname e il sito www.arowanastudio.com/mentezero a cui partecipa). Sarà una raccolta di nostri pensieri, citazioni e forse immagini, più corposa, eterogenea, e, inoltre, se raccoglieremo scritti in lingua inglese a sufficienza, realizzeremo il tanto agognato libro double-face, o meglio, double-side.

Annuncio # 2:
probabilmente lo spazio fisso in espansione "mi piace" presto scorrerà in basso nella colonna di destra per fare posto ad un altro spazio: "grig-io è.."
Quest'idea degli spazi fissi, che ho inserito forzatamente nel codice HTML a posto del mio profilo Blogger, penso sia qualcosa che possa parlare di me molto più del profilo stesso.

martedì 21 febbraio 2006

il primo pargrafo è realtà concreta, l'ultimo è pensiero, forse contorto.

Perdo tempo - e molto di più - ad abusare di me stesso, e lascio che una notizia grave come l'avvicinarsi della morte di una persona a me abbastanza vicina mi colpisca praticamente quasi di striscio.
Non va bene.
Conseguenza, si è insinuata di nuovo nella mia mente l'idea di andare a vivere nei pressi di un grande santuario (leggi: esperienza spirituale così forte che è quasi fisica). Sento il bisogno di un rinnovamento interiore. Se solo non avessi paura dell'effetto onda che ogni cosa ha avuto finora, ovvero lo slancio iniziale a breve cade, e io mi trovo a seguire una sinusoide di alti e bassi, con picchi negativi che sembrano raggiungere valori assoluti sempre più alti. L'idea di un eventuale trasferirmi può sembrare una cosa dolcemente ingenua (un po' tipo l'apostolo Pietro che, vedendo la Trasfigurazione dice: sarebbe bello restare qui), specie dal momento in cui una persona dovrebbe portare i propri valori nel quotidiano e non chiudersi in quella che potrebbe essere una campana di vetro. Ma il fatto è che io, sti valori, mi sembra di strascicarmeli dietro e basta, non li sento nemmeno nel privato.. ma questo non vuol dire assolutamente che non ci creda. Il problemino sarebbe solo ritrovarli, capire dove si sono (o dove li ho) cacciati. E qui l'idea del trasferimento. Fermarmi, e ricaricare le pile; senza fretta, così da trovare anche un caricabatterie per quando tornerei. Perché stare là per non fare danni, va bene, ma non basta mica. Deve scattare lo switch per cui i danni riesco a limitarli "da solo". E forse la permanenza prolungata lo potrebbe permettere.

sabato 18 febbraio 2006

pensieri disconnessi..

..e non ramificati come l'altro giorno, che da un pensiero partivo per la tangente, la quale poi mi dava il la per un'altra tangente e così via a mo' di frattale.
1) prima pensavo, e anche qualche giorno fa, alla (im?)possibilità di dire di star bene. Come diceva un mio professore che mi ha notevolmente illuminato riguardo al nichilismo, l'uomo è fatto per qualcosa d'altro. Questo qualcosa d'altro è scontato rimandarlo alla religione, talmente scontato che ora passa per banale e non viene capito.
Ma non è questo il punto ora. Niente giochetti coi frattali stasera.
L'esempio del qualcosa d'altro a cui tende l'uomo è la classica cosa del genere: il ragazzo che studia alle superiori non vede l'ora di fare l'università; dopo un po' di università, non vede l'ora di trovare un lavoro; quando ha lavorato per un po', non vede l'ora di arrivare all'età pensionabile e così via.
E praticamente è sempre insoddisfatto, o meglio, scontento.
Di qui il fatto di come sia più o meno impossibile dire sinceramente "sto bene".
Effettivamente, male non stiamo, ma non si può dire che stiamo "bene". C'è sempre quel qualcosa (qualcosa d'altro) che manca.
E non so te, ma a me riesce impossibile dire "sto bene" con la stessa banale leggerezza con cui posso dire "va bene". Se non è stato già fatto, si noti che c'è una differenza abissale tra le due espressioni. Anche perché forse, effettivamente, non mento se dico "va bene".
2) prima, giochicchiando con le mani, mi sono reso conto che, quando con le dita premiamo ad esempio un altro dito e si forma una zona più rossa ed una più bianca, questa cosa è dovuta alla circolazione del sangue che interrompiamo, ma il punctum del pensiero è che la zona bianca che vediamo sarà il colore che la nostra pelle avrà quando saremo morti.
A vederla scritta sta cosa fa molto più scena che non a pensarla; ma ho avuto pensieri necromaniaci peggiori..
3) saputo dell'effettivo scioglimento degli Shandon (il sito ufficiale dice eufemisticamente, e in maniera molto romanzata, che ognuno ora vuole seguire i propri side-project, i quali quindi ora non sono più side ma main), sono tornati vecchi pensieri di convertire il gruppo in cui canto in una cover band dei suddetti. Visto che non so se riusciremo mai a creare pezzi nostri, tanto vale che.
4) annuncio per le solite carampe di cui al penultimo post :P probabilmente la seconda settimana di marzo non riuscirò a postare. seeeeeeee.. dico così, ma poi tanto già so che andrò a cercare un internet point da cui controllare blog, forum e e-mail vari.. sarò via da casa, sorry ma non chiedetemi dove.

venerdì 17 febbraio 2006

giorni di grandi scoperte..

bè, il titolo in effetti è un po' troppo colossale visto che i giorni sono due e la scoperta più o meno la stessa.
Nelle ultime due notti ho fatto due sogni differenti, entrambi ricorrenti, ma mi sono accorto che erano ricorrenti solo da sveglio.
Uno, guido la macchina di mio padre, l'auto slitta e fa testacoda ad ogni minima sterzata e io non mi faccio un graffio.
Due, partecipo ad una specie di caccia al tesoro tra quello che un tempo era un grande magazzino e quella che un tempo era la Standa e che nel sogno sono diversi da come erano un tempo e come sono ora.
non so se questa duplice scoperta rifarò più questi sogni.. potrebbe accadere, ma non è detto: quando ero piccolo avevo un incubo la cui ricorrenza mi era notissima, eppure è durato un sacco di tempo. Suona il telefono, vado a rispondere. Una voce parla, bassa e disturbatissima. Non si capisce niente, solo che inquieta. Provo a gridare ma non emetto suono. Dopo una-due volte che sono riuscito ad urlare a sto tizio al telefono, non ho più fatto questo sogno.
Cambiando discorso.
Ieri alla radio ho sentito di un uomo colpito da una patologia rarissima (ne sono affette circa 200 persone in tutto il mondo). Bè, il tizio in questione ha continuamente dei deja vu.
(affascinato) Pensa te che storia.

giovedì 16 febbraio 2006

[senza titolo]

sono stato down qualche giorno. Cioè, il mio computer. Ora sono tornato, al solito logorroico (ma forse oggi non troppo) e probabilmente strano, niente di nuovo. Solo la mia camera da letto, che domenica ho deciso di rioridinare e ripulire da cima a fondo forse proprio per il blocco del computer.
Ho finito ufficialmente ieri (ma l'80% l'avevo già fatto domenica, i giorni seguenti sono stati solo più o meno dettagli) e il bollettino segnala quattro-cinque sacchetti di immondizia gettati, un pacco di roba obsoleta relegata in soffitta, un bidone di carta riutilizzabile stracolmato e praticamente tutto spostato (a parte i mobili) e messo al proprio posto.
E lì per lì mi è sembrato un qualcosa di catartico, purificante.
Lì per lì e basta. Perché suona troppo simile a "anno nuovo, vita nuova" laddove la realtà vera sarebbe invece: anno nuovo, persone vecchie, solite e marce.
infatti.

Ora sono tornato, al solito logorroico (ma forse oggi non troppo) e
probabilmente strano,
n i e n t e
d i
n u o v o

OT: se ci riesco e se ne ho voglia, presto copierò al computer diversi pensieri (miei e non), altre cose, queste, che in questi giorni di pulizia hanno subito una forte scrematura. Di questi pensieri farò un ebook per gli interessati.. non so se è possibile allegarlo sul blog o qualcosa del genere; se non riesco, annuncerò la "pubblicazione", e invierò il PDF via email a chi lo richiede; se il file dovesse essere troppo pesante per essere inviato via mail, lo inserirò tra i miei file condivisi di eMule..
vabbè, detta così, pare che ho milioni di carampane che non aspettano altro che sto libretto..

domenica 12 febbraio 2006

vorrei che fosse solo colpa del sonno arretrato..

..lo scazzo che mi porto dietro stasera.
stasera che mi è stato di peso condurre l'ennesimo weekend pantofolaio.
stasera che mi sono accorto di quanto mi infastidisca (o mi stranii) guidare ascoltando musica che vogliono gli altri e non io.
stasera che mi sono sentito stufo di essere considerato inferiore dal mio migliore amico.
stasera che mi sono sentito stufo degli sbalzi d'umore del mio migliore amico (sbalzi d'umore che causano quanto di cui una riga sopra, e non solo).
stasera che tante altre cose che ora non ricordo.
stasera che ho pensato: che palle rispodere sempre "bene" a chi mi chiede "com'è andata?" ma soprattutto che palle che ormai gli altri si scandalizzano se non dico "bene". e che palle, se domani volessi uscire con una ragazza che conosco poco, che palle temere che lei pensi che io ci stia provando.

stasera che, GUARDA CASO, mentre cantavo in auto sulla via del ritorno, mi sono usciti degli urli stupendi che mi hanno stupito di me. Non voglio vederla come una magra consolazione, perché certi urlacci selvaggi senza steccare li vorrei fare quando provo col gruppo, e non solo quando mi girano.

weep to sleep, scream to dream

mercoledì 8 febbraio 2006

scardino un po' le regole... ma chi se ne frega, le faccio io!

ma poi non so nemmeno se sto scardinando niente, giusto ero partito con l'intenzione che non volevo parlare di gossip quanto di quello che mi passava per la testa.
Anzi.
Parlare di televisione (per quello che ho intenzione di dire ora) non è né strettamente gossip né strettamente un mio pensiero.
(il solito giochino che, tra A e B - o bianco e nero, LOL - , la vita reale prende sempre la terza alternativa, ma questa è un'altra storia)
La mia dipendenza verso la sitcom La Tata mi ha costretto a guardarla anche stamattina (Italia Uno, 8.40 circa) nonostante avessi parecchio da fare. A parte una fantastica gag tipo fuori onda in cui tutta la famiglia ballava I will survive di Gloria Gaynor come un ballo di gruppo, volevo parlare delle pubblicità che tocca vedere a quell'ora.
Suonerie per cellulare.
In tutte le salse.
Wlady è da qualche giorno che non si vede, come anche la nasona che fa la cool, e non ne soffro.
Tal Giuseppe Lago ripescato da Uomini e Donne (orrore e raccapriccio!) l'avevo già visto tempo fa pubblicizzare suonerie, ma negli ultimi giorni ho visto almeno altri TRE suoi spot diversi, tutti e tre abbastanza grotteschi.
di Dindo (o Dindò? non ho ancora capito) oggi non ho visto lo spot (Deo gratias).. non mi dilungo sui disegni brutti stile Rugrats, né sul fatto che "con le suonerie Dindo si cucca alla grande" (O__o), ma di certo, nemmeno le suonerie che propongono meriterebbero un grande spazio, credo che siano le più brutte cover evita-SIAE che abbia mai sentito.. e non lo dico solo perché non mi piacciono neanche gli originali delle canzoni (a parte Hang Up di Madonna; diciamo che più che altro stimo la "material girl" perché, anche se fondamentalmente non fa musica che mi interessi, è una delle poche che non sta banale sulla scia, lei traina. Peccato che abbia sostenuto Britney Spears e Kylie Minogue..)
Le polifoniche di sottofondo degli spot BoogaBoom mi inquietano, non so perché, forse fa quest'effetto solo a me, ma suonano proprio cupe.. una su tutte, quella dello spot di loghi e suonerie di Alla ricerca di Nemo, che però ora non ricordo come faceva..
Sorvolando su Leone di Lernia, le sue NOMERIE, il suo video di mezzo secondo (il cui lip-sync obbrobrioso ti costringe ad accorgerti che immagine e video che vedi/senti in quel momento sono due cose avulse), la ragazza che si vede alla fine dello spot di Dada Mobile by SuperEva (e che forse è proprio una testimonial SuperEva, ma non ci giurerei) è così piatta che INQUIETA. Niente in contrario con le donne poco/pochissimo formose (non è colpa loro, e comunque le preferirei alle siliconate), ma questa proprio mi spiazza. Per me è qualcosa, e qualcosa a suo modo disturbante, che trascende la mera immagine.

Mamma mia, ho scritto un poema epico un'altra volta!

martedì 7 febbraio 2006

senza titolo, se volete un titolo: "torna la libidine, prima o poi..", ma non è troppo coerente..

ho un paio di lavori in grave scadenza.
e qualche pesante strascico di freschi inciampi di omosessualità.
e la consapevolezza che la parola "basta" ancora una volta non si è mostrata duratura.
ma mi sento tranquillo. anzi, diciamo di buonumore.
Non a cuor leggero, ma certo non posso dire di star male.
Piccolo miracolo immeritato.
e "immeritato" dovrebbe deprimermi.
ma non stasera.

venerdì 3 febbraio 2006

al solito, multipost..

1. ieri sera pensavo ad una cosa, anzi, è stato il pensiero che si è insinuato in me.
visto che i molteplici lavori che mi accollo (una volta tanto) mi stanno portando un po’ di soldini, potrei comprarmi un iPod (ammirazione a mille!!!!!). ma dopo averci pensato un po’, sono riuscito a dissuadermi.
Perché
ok che l’ultimo iPod è fino a 60 Giga;
ok che è lettore mp3, video e visualizzatore di foto
ok che è un prodotto dei designer Apple (quindi bello già di suo, poi la ruota è una figata di tecnologia)
ma non è assolutamente ok spenderci 330 o QUATTROCENTOCINQUANTA euro circa.
Certo, buona parte se li merita, ma non tutti, credo.
E comunque ho trovato un neo. Le dimensioni e/o le proporzioni.
C’è qualcosa che non mi convince: per certo, il monitor arriva troppo vicino ai bordi, poi, o il rettangolo non rispetta la sezione aurea, o la ruota è troppo piccola.
Poi, se il dorso è cromato come l’ipod nano (cosa che devo ancora scoprire), sarebbe un po’ troppo trendyglam per me.
In pratica, aspetto l'iPod di prossima generazione, quello che fa il caffè.
No, scherzo, il fatto è che, conoscendomi, non ne sarei soddisfatto in pieno, e la spesa è troppo alta per poter dire “sti cazzi dell’estetica” (cosa che comunque direi raramente per un oggetto del genere).
2. Penso che dovrei studiarmi un po’ Beckett. Ora che lo sto più o meno incrociando, vedo che analizza alla grande i sintomi del nichilismo novecentesco, dall’incomunicabilità all’insoddisfazione, alla paranoia esistenziale.
2a. A proposito di paranoia, penso che l’ultima canzone di Niccolò Fabi (che tra l’altro ho sentito poco fa in radio, e proprio per questo lo scrivo, altrimenti non ne avevo molta voglia al momento) la incentivi particolarmente. Non che stimi molto lui (ha avuto un esordio - e non solo - fin troppo spensierato per i miei gusti), ma questa canzone ti mette un vuoto dentro non di poco.. tipo “Corteccia” dei Verdena, quando dice “ti prendi il mondo intero e non torni più” in un tono dimesso ma assolutamente non disperato.. perché è la cosa in sé ad essere disperata (quella frase suona come “ti prendi il mondo intero e lo butti giù”), quindi non serve ripetere - e svilire - il concetto con la linea melodica vocale o la musica.
3. Stamattina ho visto il video (grazie eMule) della performance dei Placebo a Sanremo 2001 dei Placebo. Va bè, è di cinque anni fa, ma non l’avevo mai visto e so che ne valeva la pena (avevo letto che erano saliti sul palco ubriachi e avevano fatto abbastanza casino). Forse mi aspettavo meglio. No, non mi aspettavo meglio, mi aspettavo qualcosa di diverso. Tipo i Placebo ubriachi fradici, che suonavano/cantavano dal vivo e stonati dall’alcool per chiudere con un piccolo pandemonio (piccolo viste le barriere che un evento del calibro di Sanremo impone). Ma:
-da un’altra cronaca dell’evento, ho scoperto che SOLO la Carrà, presentatrice di quell’edizione, si sarebbe accorta dell’ebbrezza della band (dall’odore che emanavano, LOL);
-l’esibizione, a prima vista, mi è sembrato un rigoroso playback, forse anch’esso imposto dall’alto;
-il pandemonio che avevo immaginato è stato solo un amplificatorino su cui Brian Molko si è accanito con la chitarra finché non l’ha fatto cadere.
Ma il bello è venuto dopo. Qualche applauso e segni di gradimento dal pubblico (mi ha stupito l’aver trovato persone di tale levatura mentale tra gli spettatori di Sanremo), ma anche diversi sintomi di disapprovazione: fischi e urla varie, su cui si levava sublime nella sua inconsistenza lo “Scemo! Scemo!” di un grassone in giacca e cravatta, infervorato, rosso in faccia e sudato, inquadrato per almeno un paio di volte. Lo stereotipo del borghesetto di serie B, aka pezzente arricchito, ossia quello che non riesce a fingersi all’altezza della situazione.
ciliegina sulla torta, Megan Gale (che a quei tempi credo che sapesse dire a malapena “Ciao Italia!”) in un quasi costume da mare borbotta qualcosa in una lingua che forse (e ripeto forse) era inglese, poi lancia lo sponsor (regione Liguria) dicendo, completamente a sproposito con TUTTO il resto, “Com’è bella la Liguria..”
al solito, scusate la lunghezza (un A4 pieno in Times New Roman 12 su Word, mi sto superando!)